ROMA- “In Pakistan e’ in corso un’operazione militare contro il terrorismo talebano. Ovviamente siamo dispiaciuti per quello che e’ accaduto agli studenti di Charsadda, ma questa guerra presto o tardi finira’, e quindi lo considero un gesto disperato da parte dei Taliban”. Questo quanto spiega l’ex ministro per l’Armonia interreligiosa e le Minoranze del Pakistan Paul Bhatti alla Dire, a proposito del recente attentato all’universita’ di Chersadda, in cui sono morte 21 persone.
Sulla possibilita’ che sia nato un nuovo gruppo terrorista – in quanto l’attacco di Charsadda e’ stato condannato dal leader dei Talebani pakistani (Tehreek-e-Taliban, Ttp), Khorasani, che lo ha definito oltraggioso per i principi dell’islam, mentre e’ stato rivendicato da un gruppo affiliato al Ttp – Bhatti risponde di no: “il terrorismo pakistano e’ molto radicato: a volte si sente parlare di Al-Qaeda, ora di Daesh, ma la verita’ e’ che le persone si spostano da un gruppo all’altro con grande facilita’. Non hanno un’ideologia, non hanno un vero progamma ne’ un piano. E quando nascono dei contrasti, cambiano gruppo”.
Quindi la strategia militare di Islamabad non cambiera’? “Assolutamente no“. Questo a margine del simposio internazionale ‘Addressing/Challenging radicalisation and extremism with interfaith dialogue for peace: what works?’ di stamani a Palazzo Giustiniani, a Roma.
di Alessandra Fabbretti
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