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Gran Sasso, la guida alpina: “Montagna molto pericolosa, ci sono intere lastre ghiacciate”

L'altolà di una guida alpina professionista: "Vento e pioggia hanno creato zone vetrificate, serve la massima attenzione e attrezzature adeguate"

Pubblicato:26-12-2019 16:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:47
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ROMA – “Purtroppo oggi non è un ‘buon giorno’ per le montagne di casa”. Inizia così il messaggio che una guida alpina professionista abruzzese, Marco Iovenitti, affida a Facebook in questo giorno di Santo Stefano, che ha visto tre morti sulle ‘sue’ montagne, le cime del Gran Sasso. Una donna di 46 anni, Franca Di Donato, è stata trovata all’alba di questa mattina dall’elicottero del soccorso alpino dopo essere stata probabilmente travolta da una slavina ieri pomeriggio, mentre proprio stamattina due giovani scalatori sono precipitati durante una cordata.

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“In genere- prosegue Iovenitti- non scrivo questo tipo di messaggi, ma come Guida Alpina mi sento questa mattina di doverlo fare. Visti i numerosi incidenti (anche mortali) di questo ultimo mese, volevo fare una fotografia attuale del Gran Sasso”.


La situazione sul Gran Sasso al momento è questa, spiega: “La montagna è molto insidiosa in questo periodo: da 1000 a 1600/1700 metri circa, pendii esposti a sud, praticamente senza neve ed in veste ‘estiva’. Da 1800 a 2900 metri circa, presenza di manto nevoso (anche di piccolo spessore e non continuo) e di ghiaccio (e vetrato) su tutti i versanti. Pendii al di sotto dei 1800 metri esposti a Nord, Nord-Est, Nord-Ovest (che prendono poco sole) presentano la medesima situazione”.

Poi la guida alpina prosegue: “I forti venti di garbino dei giorni scorsi uniti alla pioggia caduta violenta anche a quote di 2100/2200 metri hanno letteralmente vetrificato tutti i pendii, anche quelli dove non c’è manto nevoso. Frequente la presenza di placche ventate rigide, poggianti su neve ghiacciata (o ghiaccio vivo). Bisogna prestare, quindi, la massima attenzione! Muoversi rigorosamente con attrezzatura adeguata, avere ottime conoscenze delle tecniche alpinistiche e dei pericoli oggettivi. Non sottovalutare alcuna situazione”, conclude Iovenitti.

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