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Ischia, l’ex sindaco di Casamicciola: “Il neonato disperso è un mio paziente, che angoscia”

L'ex sindaco di Casamicciola ricorda la tragedia del 2009, quando una 15enne morì travolta da una colata di fango e detriti. E lancia un appello: "Spostare le case"

Pubblicato:26-11-2022 18:36
Ultimo aggiornamento:26-11-2022 18:37

frana ischia
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NAPOLI – “Ho avuto tanta angoscia per il neonato dato per disperso, è un mio paziente che ho visitato qualche giorno fa. Ho quindi provato sollievo nel sapere che con la sua mamma ed il suo papà sono stati ritrovati e che sono ora ricoverati in osservazione all’ospedale Rizzoli a Lacco Ameno”. A parlare con la Dire è Vincenzo D’Ambrosio, pediatra di Casamicciola e già sindaco del comune dell’isola d’Ischia travolto da una frana che nella notte ha interessato la contrada Maio.

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“HO RIVISSUTO LA TRAGEDIA DEL 2009, QUANDO MORÌ ANNA DE FELICE”

Conoscevo la casa dove abitava il piccolo – aggiunge – perchè ci sono stato per le visite domiciliari: è la stessa casa dove visitavo la madre del bambino, oggi trentenne, quando era piccola. Non è quindi una casa costruita di recente”. D’Ambrosio parla e sottolinea di rivivere oggi quello che è capitato il 10 novembre del 2009 quando lui era indossava la fascia tricolore e un’altra frana, seguente un altro nubifragio, provocò la morte di Anna De Felice, una 15enne che assieme a sua madre stava andando a scuola. Per lei non ci fu scampo: era a bordo di un’auto che fu trascinata a mare dalla furia della colata di fango. Anna fu l’unica a morire ma diversi, una ventina, furono i feriti di cui due in gravi condizioni.


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“DELOCALIZZARE LE CASE IN POSTI PIÙ SICURI”

Dall’inizio del secolo scorso a Casamicciola si contano tre alluvioni: la prima nel 1910, quella di tredici anni fa e poi quella di oggi. E quella è anche la zona colpita dal terremoto del 2007, come è la stessa del distruttivo sisma del 1883. “La natura – le parole del pediatra – ci vuole dire qualcosa. Occorre fare una seria disamina sull’abitabilità di quei luoghi, considerando il ruolo che in vicende come questa ha anche la costruzione impropria di abitazioni lungo quegli alvei naturali che, da sempre, trascinano l’acqua dalla montagna a mare. Serve coraggio e valutare seriamente di destinare quella zona di Casamicciola ad altro, magari a parco naturalistico, delocalizzando le abitazioni in posti più sicuri. Basta tragedie che disperano e fanno piangere: i cittadini, ricevute le doverose garanzie, lo capirebbero”.

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