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Zibetti è Massimo Bossetti in ‘Yara’: “Ho sospeso il giudizio”

"Per questo ruolo ho raccolto tutte le informazioni a disposizione- racconta l'attore, non erano molte. Di lui ci sono poche immagini e poche interviste. Il materiale di cui mi sono servito è stato 'indiretto'"

Pubblicato:26-11-2021 16:39
Ultimo aggiornamento:26-11-2021 16:39

yara
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ROMA – Dai campi da calcio alla cronaca nera. Dopo aver interpretato Rudi Garcia nella serie su Francesco Totti ‘Speravo de morì prima‘, Roberto Zibetti si è calato nei panni, non facili, di Massimo Bossetti nel film ‘Yara’ di Marco Tullio Giordana, disponibile su Netflix. L’attore ha portato sullo schermo il muratore di Mapello, condannato all’ergastolo per l’omicidio della giovane Yara Gambirasio di Brembate di Sopra (in provincia di Bergamo) uccisa nel 2010. “Io ho sospeso il giudizio, ma questo si fa per tutti i personaggi che si interpretano. Per questo ruolo ho raccolto tutte le informazioni a disposizione, non erano molte. Di lui ci sono poche immagini e poche interviste. Il materiale di cui mi sono servito è stato ‘indiretto’: ci sono molte persone che parlano di lui e molte che parlano del caso. Ho provato ad immaginare le contraddizioni emotive che dessero ‘colore’. Ci si avvicina per metafora a questi personaggi”, ha raccontato Zibetti alla Dire, che torna a lavorare con Giordana dopo ‘I cento passi’.

Al centro della pellicola c’è la pm Letizia Ruggeri (interpretata da Isabella Ragonese) chiamata a risolvere uno dei fatti di cronaca che ha sconvolto l’Italia. Il pubblico ministero, come vediamo anche nel film, ha tanti indizi ma poche certezze. L’unico elemento che manda avanti le indagini è il Dna dell’assassino, in un primo momento chiamato ‘Ignoto 1’.
Così Ruggeri organizza un screening di massa per raccogliere il maggior numero di campioni da confrontare col Dna repertato. Un’operazione che è diventata la più grande indagine genetica mai realizzata in Europa. Tra insuccessi e colpi di scena, il lavoro della pm ha portato all’arresto di Bossetti. Nonostante la condanna all’ergastolo sancita nei tre gradi di giudizio, l’uomo si proclama ancora oggi innocente.

“Questo film è uscito dalla ‘cannibalizzazione’ mediatica di cui è stato oggetto il caso. Noi ci siamo limitati a raccontare un personaggio pieno di contraddizioni. Come ha detto Giordana – ha proseguito Zibetti – ‘Dio solo lo sa cosa è capitato quella notte’. Inevitabilmente bisogna empatizzare con le sofferenze più complesse e meno comprensibili. Se non avessi sospeso il giudizio non avrei potuto interpretare un personaggio oscuro come questo”. In Italia “ci sono una serie di delitti atroci che ci devono far porre delle domande anche sul contesto in cui queste tragedie maturano”, ha aggiunto l’attore.


‘Yara’ è prodotto da Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt per Taodue, Netflix, RTI ed è scritto da Graziano Diana e diretto da Marco Tullio Giordana, che torna dopo film cult come ‘I cento passi’ e ‘La meglio gioventù’ . È disponibile su Netflix dal 5 novembre 2021.

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