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Bufera su Open, Renzi: “Sono gli stessi pm che sbagliarono l’arresto dei miei genitori”

Matteo Renzi commenta su facebook le notizie relative agli atti di indagine nei confronti della Fondazione Open: stamattina sono stati perquisiti i finanziatori

Pubblicato:26-11-2019 18:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40

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ROMA – “Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Cosa facesse la Fondazione è noto, avendo – tra le altre cose – organizzato diverse edizioni della Leopolda. E se è giusto che i magistrati indaghino, è altrettanto giusto che io mi scusi con decine di famiglie per bene che stamattina all’alba sono state svegliate dai finanzieri in tutta Italia solo perché un loro congiunto ha sostenuto in modo trasparente la nostra attività politica”. Matteo Renzi commenta con una lunga nota su facebook le notizie relative agli atti di indagine nei confronti della Fondazione Open.

“Questa mattina – dice Renzi sul social network – centinaia di finanzieri in tutta Italia hanno perquisito all’alba abitazioni e uffici di persone fisiche e giuridiche “colpevoli” di aver finanziato la Fondazione Open. Un’operazione in grande stile, all’alba, di forte impatto mediatico. La decisione è stata presa dai pubblici ministeri di Firenze, Creazzo e Turco, titolari anche di altre inchieste: sono loro, ad esempio, ad aver firmato l’arresto per i miei genitori, provvedimento – giova ricordarlo – che è stato annullato dopo qualche giorno dai magistrati del Tribunale del Riesame. Ma il danno mediatico, e psicologico, ormai era già stato fatto”.

Il leader di Italia Viva spiega di essere “giunto al paradosso di dare un suggerimento per il futuro alle aziende: vi prego non finanziate Italia Viva se non volete passare guai di immagine. È un paradosso perché proprio noi avevamo voluto l’abrogazione del finanziamento pubblico e un sistema trasparente di raccolta fondi all’americana. Ma se fare un versamento regolare, volontario, tracciabile e trasparente (ovviamente non a tutte le migliaia di fondazioni politiche del nostro Paese ma solo a qualche specifica fondazione) diventa occasione per una perquisizione e relativo battage mediatico mi rendo conto che sia molto difficile in questo Paese finanziare liberamente la politica. O almeno qualche politico”.


Nel post su facebook Renzi aggiunge che per quanto lo riguarda aspetterà “con un sorriso la fine delle indagini, i processi, le sentenze, gli appelli. Noi ci fidiamo della giustizia italiana: ci possiamo permettere di aspettare perché conosciamo la verità. Io credo nella giustizia. E so che la giustizia arriva, prima o poi arriva“.

Ma il leader di Iv non rinuncia a chiedere un finanziamento alla sua nuova iniziativa politica. “Chiediamo un aiuto. Chi si ribella a questo massacro mediatico e vuole sostenerci non faccia mega versamenti ma piccole donazioni da 5, 10, 100, massimo 1.000 euro a questo link italiaviva.it/sostieni. Il crowdfunding sarà la nostra risposta al crollo delle donazioni che ovviamente avremo. Andremo avanti più determinati di prima sui nostri temi. Decisi a lottare sulle tasse, sul debito, sul piano shock per i cantieri. Che le nostre battaglie abbiano un senso lo vediamo ogni giorno: prima ci ignorano, poi ci attaccano, alla fine ci danno ragione. Lo abbiamo visto su IVA e auto aziendali, lo vedremo su plastica e Italia Shock”.

Secondo Renzi “qualcuno prima o poi unirà i fili di ciò che è successo in questi mesi: a me sembra tutto molto chiaro. Basta avere un po’ di pazienza e a noi la pazienza non manca. Lasciamo che ci siano le indagini, i processi, le sentenze. E rispettiamo il lavoro dei giudici, dei finanzieri, dei giornalisti. Se poi altri partiti utilizzano questa vicenda per chiedere commissioni di inchiesta sui partiti e sulle fondazioni io dico che ci sto. Anzi, rilancio: dovremmo allargare la commissione di inchiesta anche a quelle società collegate a movimenti politici che ricevono collaborazioni e consulenze da società pubbliche. Italiane, certo. Ma non solo italiane. Noi siamo per la trasparenza, sempre. E i processi li vogliamo fare nei tribunali, non nei social. Quanto a noi sabato saremo con Italia Viva a Bologna. Domenica a Pistoia. Lunedì a Milano. In quelle sedi dirò che cosa penso”.

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