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Palermo, dal M5s mozione di sfiducia al sindaco Orlando

Ad annunciarlo in aula, nel corso di una seduta del consiglio comunale, è stata Concetta Amella, capogruppo pentastellata a Sala delle Lapidi

Pubblicato:26-11-2019 14:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:40

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PALERMO – Una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è stata preparata e sottoscritta dai tre consiglieri comunali del Movimento cinque stelle. Ad annunciarlo in aula, nel corso di una seduta del consiglio comunale, è stata Concetta Amella, capogruppo pentastellata a Sala delle Lapidi.

Per depositare la mozione e calendarizzarne la discussione sono necessarie almeno 16 firme, su un totale di 40 consiglieri comunali, mentre per l’approvazione del documento servono 27 voti.

“A metà mandato – si legge nel documento scritto dai Cinquestelle Amella, Viviana Lo Monaco e Antonino Randazzo – assistiamo quotidianamente a una situazione di grave instabilità, a una evidente crisi politica rappresentata plasticamente dalla costituzione di nuovi gruppo politici a Sala delle Lapidi proprio in seno alla stessa maggioranza, inesistenti al momento delle elezioni del 2017. Emerge chiaramente – sostiene il movimento – l’inefficacia e l’inefficienza dell’azione amministrativa del sindaco, incapace di compattare la sua maggioranza, disgregata da continui dissidi interni e con gli esponenti della sua giunta, su alcune vicende fondamentali per Palermo, quali la Ztl, le pedonalizzazioni, il Regolamento sui rifiuti e Regolamento sull’inclusione sociale, dove il Comune di Palermo rischia di perdere svariati milioni di euro del fondo previsto dal Pon inclusione”.


Un quadro che secondo i pentastellati di Palazzo delle Aquile “si è fatto via via sempre più grave”, con il sindaco – si legge ancora – che raramente si è rivolto al consiglio comunale scavando un solco sempre più profondo con l’organo consiliare”. Diverse le motivazioni “di carattere politico” presentate a sostegno della sfiducia: la situazione economica “difficile” in cui versa il Comune, che secondo il Movimento cinque stelle “si avvia sempre più verso il dissesto”; la gestione dei rifiuti vista come “uno degli elementi indicativi del fallimento dell’Amministrazione”; il settore dei lavori pubblici “fermo” e la “clamorosa vicenda del Parco Ninni Cassarà, chiuso ormai da oltre 5 anni”. E ancora: la vicenda della Partecipata del Comune Reset, con “le gravi lacune – scrivono i consiglieri M5s – e le mancate modifiche statutarie che mettono a rischio il futuro di 1.500 lavoratori; la “gravissima emergenza abitativa” che “coinvolge più di duemila nuclei familiari”; la “mancata lotta al randagismo” e il “mancato rispetto della democrazia partecipata”. Secondo il M5s, quindi, “la città non può continuare a pagare le conseguenze di questa condotta cieca, sorda e stolta” e “continuare questo percorso – sostengono i pentastellati – equivarrebbe ad accanirsi con i cittadini”.

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