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Digitale, Lisi (Anorc Professioni): “Serve un piano comprensibile”

In programma un workshop il 27 novembre a Roma organizzato da Anorc Professioni insieme a Banca d'Italia

Pubblicato:26-11-2018 18:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50

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ROMA – “Tante volte abbiamo la sensazione che quando si parla di digitale si stia parlando di strumenti e di tecnologia, mentre sono questi, molte volte, a bloccare il digitale. Sembra un paradosso, ma e’ cosi'”. Lo ha dichiarato Andrea Lisi, presidente di Anorc Professioni, sentito dall’agenzia Dire sul workshop di domani (27 novembre) a Roma organizzato insieme a Banca d’Italia, che e’ anche sede dell’evento (via Nazionale 91), con il patrocinio del Garante per la protezione dei dati personali e di AgID.

“Se non ci sono dietro cultura e competenza, si fanno scelte sbagliate- ha continuato- si acquistano soluzioni e si realizzano banche dati che fra loro non comunicano e quindi c’e’ proprio una sorta di ‘burocrazia digitale’. Nella maggior parte delle Pubbliche amministrazioni si diventa schiavi dei fornitori, ci si va a ingabbiare in contratti informatici non ben presidiati perche’ manca la capacita’ di controllo”. I lavori si concentreranno sulle prospettive e le criticita’ per la definizione di un’Agenda dei lavori nazionale, per la promozione di un ‘metamodello’ ideale da estendere a tutte le Pubbliche amministrazioni, per la Governance dei processi di gestione informativa e documentale, sulla base delle rilevazioni e delle attivita’ finora condotte dal Gdl Governance di Anorc.


“Un metamodello e’ cio’ che e’ mancato in questo periodo- ha spiegato ancora Lisi- molto spesso chi ha sviluppato la normativa non era all’interno delle Pubbliche amministrazioni e non conosceva bene le dinamiche, anche burocratiche, che spesso bloccano la digitalizzazione”. Per quanto riguarda l’Agenda digitale nazionale, quindi, “attualmente c’è un piano triennale- ha sottolineato l’avvocato Lisi- elaborato dal team dell’amministrazione digitale e da AgID, nell’alveo del ministero preposto che e’ quello della Funzione pubblica. È un documento corposo, di un centinaio di pagine, ricco di spunti”, ma che “appare poco chiaro. Credo che si debba compiere un grande sforzo per rendere comprensibile l’innovazione digitale e farla divenire parte integrante di ogni procedimento amministrativo”.

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