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Rosa Parks: ‘No’ è il mio coraggio

Venne arrestata nel 1955 perchè si era rifiutata di alzarsi dal posto in cui si era seduta in autobus. Da quel momento, il ‘black power’ si fece strada.

Pubblicato:26-11-2018 12:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:49
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Mi chiamo Rosa Parks e il 1° dicembre del 1955, a Montogomery, in Alabama, mentre stavo tornando a casa in autobus, mi misi a sedere nell’unico posto libero, nell’area riservata ai bianchi. Ero stanca, i miei piedi erano doloranti, dopo una giornata di lavoro come sarta, in un magazzino.

Il conducente James Blake mi invitò ad alzarmi. Una, due, tre volte. “No fu la mia risposta. Non stavolta. E non mi alzai. Allora chiamò la polizia e venni arrestata per aver violato la legge. Avevo 42 anni. Iniziò il boicottaggio dei mezzi pubblici per 381 lunghissimi giorni e cominciò a montare la protesta dei leader della comunità afro-americana, sotto la guida del reverendo King che nel giorno del processo, il 5 dicembre, tenne per me un discorso pubblico in una chiesa affollatissima. A poche ore dal mio arresto, non c’era stata persona a Montgomery che non avesse saputo del caso. Vennero stampati duemila volantini in una notte. Parrucchiere ed estetiste, piccole imprenditrici fuori dal controllo dei bianchi, furono il braccio armato del volantinaggio. Lì dove le donne andavano a trattare i difficili capelli ricci il ‘black power’ si fece strada e cominciarono a tenersi i loro ricci fitti. senza più trattamenti o parrucche.


“For white only” divenne da consuetudine a scandalo. “Non ero stanca solo fisicamente quel giorno, ero stanca di arrendermi”. Nel giro di un anno il caso arrivò alla Corte Suprema che nel 1956 decretò incostituzionale ogni forma di segregazione razziale.

Non devi aver paura di ciò che fai, se sai che è la cosa giusta”. Disse a se stessa su quell’autobus dove 57 anni dopo, si sarebbe seduto, di passaggio a Dearbord, in Michigan, Barack Obama.

Rosa Parks è morta a Detroit nel 2005, a 92 anni. Nel 1999 il Time la defini tra le 20 figure più influenti del XX secolo. Al Museo Henry Ford è conservato l’autobus dove questa donna, una semplice lavoratrice, divenne un’eroina, con quel ‘no’ che cambiò l’America e tutto.

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