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Povertà, il direttore della Caritas: “E’ molto difficile aiutare gli invisibili”

Queste persone "sono molto più difficilmente abbordabili e necessitano di conseguenza di un altro tipo di ascolto, molto più approfondito e capillare"

Pubblicato:26-11-2015 16:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:38

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ROMA – “I dati dell’Osservatorio ci rivelano una realtà, quella degli ‘invisibili‘, che si trovano in una situazione di povertà che noi definiamo ‘multidimensionale’. Queste persone, infatti, sono molto più difficilmente abbordabili e necessitano di conseguenza di un altro tipo di ascolto, molto più approfondito e capillare”. Così Don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, intervistato in occasione della presentazione del ‘Rapporto 2015 – Donare per curare’, curato dall’Osservatorio sulla Donazione dei farmaci della Fondazione e presentato oggi a Roma, presso la sede dell’Aifa.

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“I dati presentati oggi non solo giustificano- ha proseguito- ma addirittura incoraggiano il lavoro che stiamo facendo. Al di là dei dati, per quanto ci riguarda, ci sono però soprattutto i volti delle persone. E non solo, quindi, quelle cartelle che in un primo momento possono sembrare anonime”. Ciò che caratterizza, e che secondo il direttore della Caritas Italiana dovrebbe “sicuramente caratterizzare il trattamento della persona con l’operatore della Caritas- ha spiegato- è un rapporto continuato. Il rapporto, infatti, non deve limitarsi semplicemente ad un colloquio o ad un incontro, ma a un vero e proprio percorso“. Volendo utilizzare le parole di Papa Francesco, ha sottolineato ancora Don Francesco Soddu, quello che serve è “un lavoro dell’inclusione sociale all’interno della società, che per noi è anche la comunità ecclesiale, secondo un principio di sussidiarietà e carità a tutto tondo. Come si fa a capire tutto questo? Attraverso- ha concluso il direttore della caritas Italiana- un percorso di vicinanza e di solidarietà“.


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