NEWS:

Ucraina, contante, energia… Ma le scintille in aula tra Meloni e M5S sono sul rischio neofascista

La premier alla seconda fiducia a palazzo Madama incalza Pd e Movimento ma mette in chiaro anche i nodi caldi nel rapporto con il Carroccio

Pubblicato:26-10-2022 20:10
Ultimo aggiornamento:27-10-2022 18:33

giorgia_meloni
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Parla alle opposizioni perché capisca anche Matteo Salvini. Giorgia Meloni alla seconda fiducia – a palazzo Madama questa sera – incalza Pd e Cinque Stelle ma mette in chiaro anche i nodi caldi nel rapporto con il Carroccio, in particolare sulla pace in Ucraina, sui limiti al contante e sulle fonti di finanziamento degli interventi sul caro energia: non ci sarà lo scostamento di bilancio. La Meloni conferma la modifica del tetto al contante e alle critiche del Pd risponde con un ‘trappolone’. Giudica “molto ideologico” collegare contante ed evasione, come si è fatto in questi anni. Quindi prende a leggere: “Non c’è relazione tra entità e diffusione del contante e economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione fiscale è bassissima”. Dai banchi dell’opposizione si leva un brusio di disapprovazione. E Meloni: “Sono parole di Pier Carlo Padoan, ministro del governo Renzi e Gentiloni, e io sono d’accordo col ministro del Pd”.

SCONTRO TRA MELONI E SCARPINATO SULLA SCUOLA DIAZ

Tornata nel contenuto della proposta – la Lega chiede il limite a 10mila euro – Meloni dice: “Confermo che metteremo mano al tetto al contante”, ma non dice se il limite a cui pensa è quello suggerito da Salvini che gli siede accanto. Molto probabilmente non lo è. Sono scintille in aula anche sul rischio neofascista, questa volta in un confronto serrato col M5s che per bocca del senatore Roberto Scarpinato sottolinea che “non basta la presa di distanza dal fascismo per inaugurare una stagione di riconciliazione nazionale che sarà possibile solo se e quando verrà fatta chiarezza sulle stragi del nazifascismo e verrano esclusi dal vostro pantheon taluni personaggi”.

Scarpinato ha ricordato quando Meloni dopo la sentenza di condanna per la mattanza della scuola Diaz a Genova “dichiarò che il reato di tortura impediva alle forze dell’ordine di fare il proprio lavoro”. E ancora, continua Scarpinato: “Una Repubblica presidenziale in un Paese di democrazia fragile ed incompiuta potrebbe rivelarsi un abile espediente per una torsione autoritaria del nostro sistema politico per far rivivere il vecchio sogno neofascista dell’uomo solo al comando”. La risposta di Meloni è tranchant: “Dovrebbe colpirmi che da una persona che ha avuto responsabilità nel giudicare imputati in tribunale, emerga oggi un approccio così smaccatamente ideologico. Lei fa un transfert tra neo-fascismo, stragi e sostenitori del presidenzliamo che è emblematico dei teoremi con cui parte della magistratura ha costruito processi fallimentari, a cominciare da quello sul depistaggio sul primo giudizio per la strage di via d’Amelio”.


La pace è il terzo tema su cui Meloni incalza le posizioni di una parte dell’opposizione. Ma finisce per parlare anche agli alleati leghisti. “La guerra non mi diverte, non mi piace e non voglio valorizzarla. Lavoro per giungere a una pace giusta. Ma dobbiamo capirci su come ci si arriva. Indipendentemente da quello che pensano molti non si fa sventolando bandiere arcobaleno”, dice la presidente del Consiglio.
Meloni ribadisce la posizione atlantista e dell’Ue. “Quella in Ucraina è una guerra di aggressione che non possiamo accettare. Non mi si può chiedere che la pace si ottenga con la resa dell’Ucraina, la pace si ottiene sostenendo l’Ucraina per consentirle di difendersi”.

La presidente del consiglio allarga poi il ragionamento e chiarisce “che la posizione italiana non decide la guerra in Ucraina. Se io mi girassi dall’altra parte – cosa che non farò- cambierebbe qualcosa?”, chiede in forma retocia. “Il resto dell’occidente farebbe la stessa cosa che fa oggi, cambierebbe però l’apporoccio verso di noi e il nostro destino, cambierebbe la nostra credibilità”, dice e ricorda che questo vale anche in termini economici. “L’esportazione verso la Russia è dell’1,5%, quella verso l’occidente dell’80 per cento”. Ad ascoltarla, senza applaudire come fa invece larga parte della maggioranza, è Matteo Salvini seduto al suo fianco. Il vicepremier ha più volte sostenuto che le sanzioni alla Russia rischiano di penalizzare l’Italia. La premier conferma poi che l’intervento sull’energia sarà la priorità. “La situazione è molto complessa bisogna lavorare su tre livelli diversi a cominciare dal contrasto alla speculazione, prima di cercare nuove risorse che stiamo regalando agli speculatori. La priorità deve essere di fermare gli speculatori”, dice. È la posizione che l’ha portata ad escludere il ricorso allo scostamento di bilancio per finanziare interventi di sostegno alle famiglie e alle imprese. “Quei soldi andrebbero agli speculatori”. Ancora una volta Meloni espone una posizione diversa da quella della Lega.

IL BOTTA E RISPOSTA CON ILARIA CUCCHI

Meloni conferma la volontà di lavorare sulla sanità pubblica per capire cosa non ha funzionato nella gestione della pandemia. “Io riconosco il valore della scienza, per questo non la scambiamo mai con la religione. Noi non abbiamo condiviso che non ci fossero evidenze scientifiche alla base dei provvedimenti che si prendevano, che si scambiasse la scienza con la religione. Sull’efficacia del vaccino non tutta la comunità scientifica era d’accordo ma era d’accordo sul fatto che ai giovani facesse bene lo sport. E noi abbiamo impedito loro di farlo”. Infine Meloni risponde a Ilaria Cucchi che chiedeva di chiarire sulle cariche di polizia agli studenti della Sapienza che ieri manifestavano. “Io ho organizzato tantissime manifestazioni ma mai per impedire a qualcun altro di dire quello che voleva dire. Quelli non erano pacifici manifestanti, facevano un picchetto per impedire che i ragazzi che non la pensano come loro potessero farlo. Non è che la democrazia per qualcuno è più valida che per altri”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it