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“Troppe donne straniere senza lavoro”, ora l’Emilia-Romagna si preoccupa

Nel nuovo programma sull'immigrazione la Regione inserisce l'emancipazione delle donne provenienti da altri paesi

Pubblicato:26-10-2022 18:13
Ultimo aggiornamento:26-10-2022 18:13
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BOLOGNA – Troppe donne straniere disoccupate: servono interventi mirati in “formazione e mediazione culturale”. La Regione Emilia-Romagna rivede il modello e nel nuovo programma triennale per l’inclusione degli stranieri inserisce “l’emancipazione delle donne straniere”, oltre che dei giovani. E’ questa una delle novità del nuovo programma, approvato oggi in Assemblea legislativa.

STRANIERI RESIDENTI: I DATI

In regione gli stranieri residenti sono 569.460, il 12,8% della popolazione complessiva; di questi, 131.000 sono comunitari. La ricchezza complessiva prodotta dagli occupati stranieri è stimata all’11,6% del totale del valore aggiunto regionale (corrispondente a circa 16 miliardi di euro); una delle incidenze più elevate a livello nazionale, dove in media il valore aggiunto è pari al 9%. Ma i ragazzi stranieri “dichiarano di aver meno amici, durante la pandemia le famiglie straniere hanno visto calare del 32% la loro economia, la povertà assoluta è del 7,5% fra gli italiani e del 39% fra gli stranieri, le famiglie degli studenti stranieri hanno avuto più difficoltà a far seguire la Dad”, elenca ciò che non va la forzista Valentina Castaldini attingendo i dati dal report regionale durante il dibattito in aula. L’occupazione delle donne “è del 15% inferiore a quella delle donne italiane. E calano anche i bambini stranieri, perché il tasso di fecondità delle straniere è sceso da 2,89 a 1,92 figli per donna”.

UN MOSAICO DA 175 PAESI, E IL CENTRODESTRA INCALZA

Il centrodestra segnala, oltre alla scarsa occupazione femminile, anche le difficoltà linguistiche. In Emilia-Romagna risiedono infatti cittadini di 175 paesi diversi. Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha chiesto di conoscere “quante sono le iscritte ai centri per l’impiego, di che nazionalità sono, quali difficoltà affrontano nel cercare impiego e quali nella conoscenza dell’italiano nel caso abbiano affrontato un colloquio nella nostra lingua”. Il leghista Daniele Marchetti sottolinea che gli stranieri residenti in Emilia-Romagna rappresentano il 12,8% del totale della popolazione del territorio, “tuttavia hanno un impatto sia sotto il profilo economico che sociale ben maggiore in termini di costi. Vien da sé che qualcosa non abbia funzionato e che sia necessario un cambio di rotta rispetto all’attuale squilibrio di risorse”.


L’ASSESSORE: LO STATO FACCIA LA PROPRIA PARTE

L’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi, sottolinea da parte sua che i flussi migratori “sono strutturali e bisogna rispondere con politiche strutturali perché dovremo conviverci per anni. L’inclusione è anche dare opportunità, è una sfida delle società occidentali per garantire la sicurezza sociale. Dobbiamo pretendere– conclude l’assessore- che lo stato centrale faccia la propria parte“.

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