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Nel Governo è scattata l’ora: tutti contro tutti

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:26-10-2020 16:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:07

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ROMA – Il virus impazza e a livello politico siamo a rischio impazzimento. Tutti contro tutti. Anche nel Governo, dove è in corso una guerra di un ministro contro l’altro, con il premier Conte in disparte. Di certo è finita la luna di miele tra cittadini italiani ed esecutivo, nella prima fase compatti con le decisioni annunciate dal presidente Conte, mentre ora in diverse città italiane c’è una forte rabbia che monta, a velocità del virus, e che rischia di esplodere.

Difficile che una situazione del genere non si ripercuota sul Governo tutto, dove si cominciano a vedere segnali preoccupanti di scollamento. A partire dal ministero più importante in questo momento, quello della Salute. Ha cominciato lo scienziato Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza, secondo il quale “le restrizioni sono insufficienti”. Passa poco e arriva il viceministro Pierpaolo Sileri, in quota M5S, che stamattina ha sparato ad alzo zero, dicendo cose tipo “… su queste misure io non ero pienamente d’accordo, non sono, a dire il vero, pienamente d’accordo”; ed ancora, sullo stop a palestre e piscine: “… immagino che i dati siano in possesso del Comitato tecnico scientifico ma io non li ho visti”.

Incredibile, una presa di distanza preoccupante che, alla fine, provoca una brusca ritirata, forse a seguito della prevedibile ‘cazziata’ del ministro Roberto Speranza. E infatti sempre Sileri nel primo pomeriggio partorisce una sua precisazione: “Misure proporzionate alla situazione per addolcire la curva del contagio”.


Basta qualche telefonata per capire che non sono battute dal sen fuggito: “I due ormai sono in rotta- dice un esponente del M5S- si è messa di mezzo anche la storia dei libri…”. Libri? “Sì, il ministro Speranza ha scritto il suo, poi stoppato perché non si poteva presentare in questo momento… mentre è stato dato l’alt anche al libro scritto da Sileri con Cecchi Paone, dove ci sono delle sue cose non proprio in linea col ministero…“.

Non basta. Nel mirino del M5S è finita anche la ministra Paola De Micheli, secondo loro colpevole di aver fatto “poco o nulla per i trasporti, ed oggi c’è Salvini che fa campagna elettorale mostrando immagini di autobus e metro che straripano di gente”.

Non solo, per quanto riguarda la chiusura di cinema e teatri da una parte, palestre e piscine dall’altra, nei corridoi si parla di questo come del “pareggio” nato dal braccio di ferro tra i diretti interessati. Che fare? Qualcuno continua a pensare che alla fine, forse a metà novembre, si renderà necessario arrivare ad un chiarimento e… al rimpasto di Governo, facendo entrare figure più forti e mettendo a punto nuove priorità condivise.

“Certo è – dice un esponente Dem- che noi guardiamo a quello che fa il Governo, tocca al presidente Conte decidere, convincere e tirare le fila“. Sempre che, alla fine, non prevalga il vecchio adagio del tirare a campare, che come diceva una ‘vecchia volpe’ della politica italiana “è sempre meglio di tirare le cuoia”.

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