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ROMA – “Dopo il Dpcm di ieri, che ha comportato la chiusura di tante attività, tra cui cinema e teatri, ho ricevuto molti appelli del mondo della cultura, ho letto proteste, ho letto articoli, ho ricevuto attacchi. Tutto comprensibile, perché c’è una grande preoccupazione, quella del valore simbolico molto negativo della chiusura dei luoghi della cultura come i cinema e i teatri. In particolare in un Paese come l’Italia che ha la cultura al centro della propria essenza e della propria natura. Ma anche la preoccupazione per i danni materiali che potranno ricevere i lavoratori e le imprese del settore, quelli più conosciuti e quelli meno conosciuti soprattutto”. Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, in un video pubblicato su Facebook. E aggiunge: “Io vorrei rispondere alle osservazioni che ho ricevuto con la stessa franchezza con cui le critiche o le osservazioni sono state rivolte a me: io ho l’impressione che non si sia percepita la gravità della crisi, non si sia percepita quali sono i rischi del contagio in questo momento. E del resto verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi ugualmente i cinema e i teatri in marzo non c’è stata questa ondata di protesta. Forse non si è capito a che punto siamo“.
Il ministro invita poi a guardare un grafico sull’andamento dei contagi: “La curva da aprile – quando eravamo in lockdown – a oggi è impressionante. Bisognava intervenire subito. Avevamo il dovere di intervenire subito. E prima si interviene con misure più drastiche possibili, più facilmente si blocca quella crisi esponenziale della curva“.
“Abbiamo discusso dentro il Governo su quali provvedimenti adottare. Ognuno ha portato i diritti, le istanze dei mondi che rappresenta guidando il ministero, ma io mi assumo la responsabilità diretta di questa scelta, poi sarà il tempo a dire se è stata giusta, sbagliata, necessaria o no. Ma adesso serve metterci tutti dalla stessa parte”, prosegue Franceschini.
“Io mi impegno a che questa chiusura sia la più breve possibile. Dipenderà ovviamente dall’andamento epidemiologico, ma questo è il mio impegno. Chi governa deve assumersi delle responsabilità. Deve essere così sempre, figuriamoci durante un’emergenza sanitaria, sociale, economica come questa. Si possono fare cose giuste, cose sbagliate, ma ci deve essere una assunzione di responsabilità collettiva e individuale”, dice ancora Franceschini.
“Io aggiungo il mio impegno a tutelare i lavoratori dello spettacolo soprattutto i meno conosciuti, i meno visibili. I lavoratori del cinema, aiutare le imprese come abbiamo fatto in questi mesi. Abbiamo stanziato un miliardo e duecento milioni per lo spettacolo dal vivo e per il cinema direttamente dalle risorse del ministero più tutto quell’insieme di interventi per le aziende generali, per la cassa integrazione in settore che non l’avevano. Non basta, non basta”, aggiunge Franceschini.
“Questa mattina ho scritto una lettera alle televisioni – quella pubblica, ma anche quelle private – per chiedere di dare più spazio alla cultura, di comprare spettacoli, trasmetterli, pagare i diritti, per aiutare la cultura non in modo simbolico, ma materiale”, prosegue il ministro della Cultura. “Stiamo lavorando da qualche mese sulla piattaforma della cultura italiana che potrà offrire in streaming la possibilità di vedere uno spettacolo e far girare la cultura italiana nel mondo senza pensare in nessun modo di sostituire il rapporto diretto con il pubblico, ma integrandolo”, ha aggiunto.
“Se in una emergenza come questa il Paese si divide, i problemi e i rischi diventano molto più grandi. Io penso che la risposta sia fare ognun o di noi il proprio dovere nel modo migliore possibile. Anche io sto cercando di fare semplicemente questo. E se ognuno fa il proprio dovere ricostruiamo quel clima di coesione sociale di cui c’è un grande bisogno”. Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, in un video su Facebook. “Poi verrà il tempo delle divisioni e delle analisi su quello che è stato fatto giusto o sbagliato, ma oggi di fronte ai contagi, di fronte ai malati, di fronte ai rischi per la vita e la salute non è questo il tempo. Per questo – aggiunge – chiedo a voi personalità della cultura che avete una grande influenza sull’opinione pubblica perché siete testimonial di una forza così grande com’è in Italia la cultura, di dare un contributo per la coesione sociale. Ne abbiamo un grande bisogno”.
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