https://www.youtube.com/watch?v=Fyts7_A9xUk&feature=youtu.be
ROMA – La voce dei giovani oggi trova uno spazio: le idee degli studenti e delle studentesse insieme a diregiovani.it verranno ascoltate dai cittadini e dai rappresentanti del governo. È il momento di far sapere di cosa hanno davvero bisogno i giovani.
Diregiovani vuole essere è il megafono delle idee e delle proposte che saranno votate dai giovani di tutta Italia connessi dalle loro scuole.
Scuola, sanità, famiglia e lavoro sono i temi centrali che i giovani protagonisti del presente hanno voluto affrontare.
Ore 11 – Introduzione di Nico Perrone, direttore dell’agenzia di stampa Dire
Modera Marta Nicoletti, vicecaposervizio scuola dell’agenzia di stampa Dire
Presentazione delle 8 proposte a cura di studenti e studentesse e interventi delle istituzioni:
Ore 12.45 – Votazione delle proposte da parte delle scuole in collegamento
L’evento andrà in diretta online sui canali Youtube e Facebook di Diregiovani.
Per le istituzioni e i relatori l’evento sarà trasmesso tramite piattaforma Meet a questo link:
meet.google.com/asj-iuhz-fwp
SINTESI DELLE PROPOSTE
Problema individuato: su ventisette paesi membri dell’UE, solo in sei non risulta essere un insegnamento obbligatorio. Fra questi ultimi rientra anche l’Italia. Non parlare di sessualità vuol dire mettere a rischio intere generazioni, sia da un punto di vista sanitario che da quello psicologico.
Soluzione proposta: La proposta è quindi quella di portare, all’interno della scuola, un percorso di scoperta della sessualità che inizi dalle secondarie di primo grado fino alla fine delle superiori, pensando a un percorso strutturato che cominci dall’etá prepuberale.
Risulta fondamentale, a questo fine, non fermarsi alla semplice prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili ma sviscerare anche argomenti più ostici (es: masturbazione, consenso, rapporti non eteronormativi, piacere, ecc.): tutto ciò per non lasciare i ragazzi in balìa di Internet, fonte tanto preziosa quanto fuorviante.
Oltre a tematiche strettamente legate alla “fisicità”, sarebbe opportuno parlare della parte più “psicologica” della sfera sessuale, introducendo i concetti di genere e di orientamento sessuale.
Vantaggi: ciò vorrebbe dire aiutare i ragazzi quando sorgono le prime domande, quando ne hanno più bisogno, rompendo il silenzio intorno a quella che altro non è che una parte della propria persona. Parlare di sessualità non solo non anticipa l’età dei primi rapporti ma anzi ritarda la fatidica “prima volta” e porta alla diminuzione delle gravidanze in età adolescenziale. Questo è ciò che dimostra il rapporto “Policies for Sexuality Education in the European Union” (2013, Dipartimento Direzione generale per le politiche interne del Parlamento UE). D’altra parte, oltre a venire incontro alle preoccupazioni dei più, introdurre un percorso di educazione sessuale a scuola avrebbe parecchi risvolti positivi: diminuzione della contrazione di malattie sessualmente trasmissibili, minore possibilità di coercizione e abuso di minori, maggiore conoscenza del proprio corpo e rispetto degli altri, valorizzazione delle relazioni interpersonali.
Permettere ai ragazzi di discutere di tali argomenti senza pregiudizi potrebbe alleviare sensibilmente la sofferenza di cui tanti soffrono a causa dell’eteronormatività e dall’altra arginare le discriminazioni
Modalità attuative: Le modalità e gli esperti coinvolti possono essere diversi, anche in questo caso a seconda delle tematiche affrontate: medici per la prevenzione delle malattie, psicologi per l’aspetto relazionale. Sarebbe importante anche coinvolgere l’intera classe, realizzando dei veri e propri dibattiti: sarebbe il modo più naturale per fare emergere dubbi, oltre che spingere i ragazzi a comprendersi reciprocamente.
Problema individuato: Secondo la mia esperienza, la scuola in generale non prepara abbastanza al mondo lavorativo. Ho lavorato vari mesi in un bar e ho capito che tutto quello che avevo imparato a scuola era poco spendibile sul campo lavorativo. Nonostante il PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) che attualmente permette un tirocinio nelle aziende, avvicinando lo studente al mondo del lavoro, penso che questo non sia abbastanza. La scuola aiuta la formazione culturale e teorica ma troppo poco sul profilo professionale.
Soluzione proposta: La mia proposta è di strutturare meglio l’esperienza di PCTO nelle aziende dando l’opportunità agli studenti di ricoprire ruoli di maggiore responsabilità, dando loro fiducia, senza relegarli solo a mansioni secondarie.
Modalità attuative: Ad esempio, per un istituto alberghiero, nel corso di cucina non limitare lo studente nel preparare e pulire gli alimenti ma offrirgli l’occasione di esprimere la propria creatività nell’invenzione di pietanze nuove. Un ulteriore elemento potrebbe essere l’interazione con la clientela dell’azienda: ciò aiuterebbe lo studente a sapersi relazionare meglio, a imparare l’autocontrollo e gestire diverse situazioni. L’avvio al mondo del lavoro potrebbe iniziare anche dentro la scuola, ospitando interventi di professionisti che aiutino gli studenti a simulare situazioni lavorative e a risolvere problemi.
Il problema individuato: In Italia le madri hanno un problema di “work life balance” molto più degli uomini.
Argomentazione:
Come intervenire:
Ecco come immagino la scuola dopo l’emergenza sanitaria:
In questo modo gli atenei italiani si allineerebbero ai metodi d’insegnamento utilizzati in molte università estere, dove, inoltre, gli studenti sono valutati non solo con esami ma anche attraverso la scrittura di papers, che consentono l’elaborazione critica di quanto appreso.
Pensiamo che l’università non possa più aspettare: dopo anni di tagli è necessario che il nostro paese investa nell’istruzione. L’Italia è già agli ultimi posti in Europa per numero di laureati e per questo occorre ridare dignità al settore universitario, utilizzando anche i fondi del piano Next Generation EU.
Problema individuato: Abbiamo bisogno di elementi per analizzare quello che accade intorno a noi e di essere educati a rispettare tutte le persone che ci stanno intorno, e dobbiamo essere educati a rispettare la natura che ci circonda. Noi giovani abbiamo bisogno di valori, di parlare di emozioni, di sessualità e dei cambiamenti che avvengono nel nostro corpo quando cresciamo. Ci sono scuole che propongono l’educazione all’affettività e cercano di introdurre delle lezioni su problematiche attuali, ci sono insegnanti e testi scolastici che affrontano alcune tematiche di questo tipo, ma la trattazione, non rientrando nei programmi ufficiali, è dispersiva, spesso troppo marginale o, in molte scuole, addirittura assente.
Soluzione proposta: Per questo ci sarebbe bisogno di una strutturazione di tali argomenti e di uno spazio costante all’interno della programmazione curricolare.
Visto che i programmi scolastici sono sempre molto ricchi, per tutti i gradi, questa nuova materia potrebbe occupare soltanto un’ora a settimana. Gli argomenti trattati e il loro livello di approfondimento nei diversi gradi dovrebbero però essere diversi in base all’età degli alunni. Tutti gli argomenti, in ogni ordine di scuola dovrebbero essere affrontati anche in base all’attualità: tematiche e termini dovrebbero essere ripresi nel momento in cui accada un fatto di cronaca inerente.
Modalità attuative:
Insegnanti: Tutte queste lezioni dovrebbero essere tenute da professionisti e/o persone direttamente interessate ai problemi e agli argomenti trattati: climatologi, psicologi, specialisti in studi di genere, sessuologi. Alle elementari, visto che gli argomenti non sono troppo specifici, potrebbero essere gli insegnanti stessi ad affrontare queste lezioni, dopo aver fatto dei corsi di aggiornamento con questi professionisti.
Mi chiamo Martino Monticelli, ho quasi 13 anni, frequento la 3° media e vivo a Genova. Ho deciso di aderire a questa iniziativa perché mi interessa avere qualcosa per noi giovani. Vorrei che i giovani avessimo più spazi a noi dedicati.
Parlando con una mia amica che è stata in Spagna, a Valencia, ho saputo che esistono dei parchi molto attrezzati per diverse attività. Ad esempio, su suggerimento di questa mia amica, ho trovato su internet un bellissimo parco che si chiama “Giardini del Turia“ al cui interno ci sono molti attrezzi per fare palestra, numerosi percorsi da fare in bici e campi da basket e calcio; l’ingresso è gratuito per tutti. A me piacerebbe molto che anche in Italia si potesse realizzare una struttura di questo tipo, almeno una in ogni capoluogo di regione. Inoltre, si potrebbe aggiungere una biblioteca per consultare libri o navigare in internet. Ringrazio coloro che si sono impegnati per proporre questa iniziativa, pensando a noi giovani. Riepilogando:
– più spazi verdi nelle città
– più spazi liberi e gratuiti di aggregazione per i giovani
– in ogni capoluogo di regione, almeno un parco attrezzato con postazioni per l’attività fisica, piste e campetti, ma anche biblioteche o postazioni pc, a ingresso gratuito
Nel dettaglio:
Sintesi dei benefici:
Come?
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