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Caso Catania, Lorenzin: “Dalla task force ministeriale attendo la relazione dettagliata”

Il ministro interpellato dai giornalisti sul caso della donna di 32 anni morta all'ospedale Cannizzaro di Catania a seguito di due aborti

Pubblicato:26-10-2016 17:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:13

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medico_ospedaleROMA – “Per il decesso di Valentina Milluzzo a Catania da una parte c’è il lavoro fatto dalla task force, che non ha evidenziato correlazione con l’obiezione di coscienza e sul quale è attesa ancora una relazione dettagliata, dall’altra quello della Procura della Repubblica, sugli aspetti legati ad esempio all’autopsia”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, interpellata dai giornalisti sul caso della donna di 32 anni morta all’ospedale Cannizzaro di Catania a seguito di due aborti, a margine di un evento a Roma. “Innanzitutto c’è stato un decesso, purtroppo una cosa drammatica- ha proseguito Lorenzin- su cui sta indagando la Procura della Repubblica, che sta facendo una serie di accertamenti che gli ispettori della task force non sono in grado di fare“.

La task force ministeriale, infatti, analizza “la procedura, guarda le cartelle cliniche, parla con i medici, con gli infermieri e analizza il percorso legato al contesto. Questo ha fatto la task force- ha spiegato il ministro- evidenziando alcuni elementi. Ora attendo la relazione approfondita”. Quanto al tema dell’obiezione di coscienza, Lorenzin ha sottolineato che la stessa task force “non ha rilevato nessun tipo di correlazione. Ricordiamoci poi che l’obiezione di coscienza è ammessa nel nostro Paese per l’interruzione volontaria di gravidanza, non per le terapie che riguardano la salvaguardia della vita della madre“. Ha detto ancora Lorenzin: “C’era il tema di una gravidanza di una donna che era già ricoverata in ospedale, che aveva una gravidanza preziosa perché aveva fatto un’inseminazione artificiale e però lì è intervenuta una sepsi di quelle fulminanti”.

Le indagini, ha aggiunto Lorenzin, daranno atto “della parte legata all’autopsia e ci diranno se ci sono state delle cose che non andavano, ma questo non è in grado di farlo la task force che, ripeto, può valutare solo se sono state rispettate le procedure, i protocolli e quelli che sono i comportamenti in determinati casi. Ma non possiamo entrare troppo nel dettaglio della parte legale, sulle affermazioni fatte dalla famiglia piuttosto che su quelle dei medici, perché non è questo il nostro compito. Quello spetta alla Procura della Repubblica. Aspetterò quindi la relazione dettagliata per evidenziare alcuni tipi di criticità che sono state rilevate e che devono essere migliorate– ha infine concluso- nel funzionamento della struttura ospedaliera”.


di Carlotta Di Santo, giornalista professionista

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