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Giustizia. Celli: “Caso Carrirolo archiviato, ho sofferto”

SAN MARINO - "Con la notizia dell'archiviazione del procedimento penale instaurato con l'esposto presentato autonomamente da me e

Pubblicato:26-10-2015 16:33
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:41

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SAN MARINO – “Con la notizia dell’archiviazione del procedimento penale instaurato con l’esposto presentato autonomamente da me e dai consiglieri” Alessandro Mancini e Alessandro De Biagi, “si chiude una delle pagine più dolorose e sofferte del mio impegno politico”. Queste le parole con cui il segretario del Partito socialista, Simone Celli, interviene sulla fine della vicenda giudiziaria innescata dal video, pubblicato sul web, in cui un uomo avrebbe chiesto il consolato in Libia come contropartita per un centinaio di voti che avrebbe potuto fornire al Partito socialista, conosciuto come ‘caso Carrirolo’ dal cognome della persona che avrebbe realizzato il filmato.

“Ho atteso in silenzio l’esito delle indagini della magistratura convinto della liceità del comportamento da me osservato in quel frangente- spiega l’uomo del garofano rosso durante il comma comunicazioni che oggi ha aperto i lavori del parlamento sammarinese- ora che c’è una pronuncia definitiva desidero ringraziare tutte le persone che in questo periodo molto complesso mi hanno manifestato amicizia e solidarietà”. Celli ammette “lo sbaglio di aver peccato in quanto a superficialità, leggerezza e faciloneria, e di questo non posso far altro che assumermene la responsabilità”. Ma dalla situazione riesce in ogni caso a trovare degli elementi positivi: “Resta una vicenda dolorosa che comunque mi ha fatto crescere, mi ha maturato e mi ha fatto capire che dagli errori si può sempre ricavare una lezione positiva”.

Riferendosi invece al “Conto Mazzini”, il socialista si allinea a quanto detto poche ore prima dal segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini, affermando che è “giunto il tempo di assumerci la nostra parte di responsabilità chiedendo pubblicamente scusa ai cittadini sammarinesi per aver consentito che la nostra comunità potesse toccare un simile livello di degenerazione etica e, mi permetto di aggiungere, culturale”. Invocando “l’apertura di un nuovo corso politico che coincida con un radicale rinnovamento dei gruppi dirigenti”, Celli afferma infine che il nuovo corso “inevitabilmente dovrà essere guidato da persone che non abbiano avuto, direttamente o indirettamente, contiguità in termini politici con i fatti che sono oggetto delle inchieste giudiziarie”.


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