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Ecosistema urbano 2015, la città più vivibile è Verbania

Secondo la ricerca di Legambiente l'Italia è un Paese fermo, le città sono statiche. La vivibilità ambientale incorona il Nord, il Sud a fondo

Pubblicato:26-10-2015 09:23
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:41

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ROMA – Pochi passi avanti e un Paese fermo, con città statiche, che si sono rinnovate troppo poco in sostenibilità e rigenerazione urbana per migliorare la qualità di vita dei singoli e delle comunità. Questo è il quadro del Paese che emerge dalla ventiduesima edizione di ‘Ecosistema Urbano’, la ricerca di Legambiente, realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerca Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

verbania

Dal dossier, costruito confrontando i comuni in base a 18 indicatori – tre sulla qualità dell’aria, tre sulla gestione delle acque, due sui rifiuti, due sul trasporto pubblico, cinque sulla mobilità, uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia – emerge che se da una parte si registra un lieve miglioramento nei campi della raccolta differenziata, delle energie rinnovabili e dello smog, dall’altra non abbastanza è stato ancora fatto per diminuire il traffico e per rigenerare le periferie e rilanciare il patrimonio edilizio.


Dei 104 capoluoghi indagati, a guidare la classifica presentata da Legambiente è il Nord Italia, che si guadagna le prime quattro posizioni. Al primo posto Verbania, il capoluogo piemontese che totalizza quasi l’83% dei punti assegnabili, sui 100 relativi a un’ipotetica città ideale, collezionando buone performance negli indicatori più significativi del rapporto, a cominciare dai tre relativi all’inquinamento atmosferico. Seguono Trento (76,39%), Belluno (73,89%) e Bolzano (73,21%). La classifica prosegue con due città del centro, Macerata (71,32%) e Oristano(70,20%) al quinto e sesto posto, mentre la prima città del meridione che si incontra nella classifica è Cosenza (64,71%), all’undicesimo posto, seguita però dall’Aquila (61,03%) e da Teramo (60,13%), rispettivamente al ventiduesimo e al ventisettesimo.

Al contrario, le ultime cinque posizioni sono occupate tutte città del Sud: la calabrese Vibo Valentia (23,46%) e le siciliane Catania (24,79%), Palermo (23,30%), Agrigento (17,85%) e ultima Messina (16,82%).

Nel complesso, i protagonisti delle performance migliori sono i piccoli capoluoghi, al di sotto degli 80mila abitanti – Verbania, Belluno, Macerata, Oristano, Sondrio, Mantova, Pordenone – e le già note Trento e Bolzano, centri di medie dimensioni con abitanti compresi tra 80mila e 200mila. Tra i primi 10 soltanto una grande città, Venezia (67,42%), all’ottavo posto, e per ritrovare una città metropolitana bisogna scendere fino alla posizione 43, dove si classifica Firenze (55,65%). “Per sperare che le nostre città migliorino, c’è una sola strada. Fare la scelta strategica, con i ministeri interessati coordinati da una vera cabina di regia, di fare dell’innovazione urbana e del miglioramento della vita in città la vera grande opera pubblica”, commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. “Una scelta politica che andrebbe nella direzione dell’interesse generale: si crea lavoro migliorando il benessere e mettendo al sicuro le nostre città- aggiunge il presidente- Questa sì sarebbe un’ottima carta con cui l’Italia, patria dei liberi comuni, si potrebbe presentare a Parigi, nella prossima COP 21 a dicembre”.

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