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Neonati sepolti a Traversetolo, Chiara Petrolini non risponde al gip

Chiara Petrolini, comparsa oggi davanti al gip dopo l'arresto, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. I pm l'avevano interrogata due volte durante le indagini

Pubblicato:26-09-2024 16:18
Ultimo aggiornamento:26-09-2024 16:45

traversetolo parma
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PARMA – Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Chiara Petrolini, la 22enne di Vignale di Traversetolo (Parma) comparsa nel primo pomeriggio davanti al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia. La giovane è agli arresti domiciliari per omicidio premeditato e soppressione di cadavere. E’ accusata di aver seppellito entrambi i suoi bambini dopo il parto e di aver ucciso il secondo, nato il 7 agosto scorso.

La ragazza è stata finora sentita due volte dal pubblico ministero: ha detto di aver partorito entrambi i figli da sola e di aver nascosto a tutti le gravidanze, sostenendo però che i piccoli fossero nati morti. L’autopsia ha invece dimostrato che il secondo neonato, quello sepolto il 9 agosto prima di partire per il viaggio negli States con i genitori, è morto per emorragia in conseguenza del taglio del cordone ombelicale.

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IL PROCURATORE DI PARMA: “NESSUNA INDULGENZA VERSO DI LEI”

Sulla giovane mamma di Traversetolo (Parma) accusata di aver ucciso i suoi due bambini appena nati “la Procura non ha avuto nessun atteggiamento di indulgenza, avendo per lei chiesto, per ben due volte, la misura cautelare più grave”. Lo sottolinea il procuratore capo della città ducale Alfonso D’Avino. “Con ciò dimostrando- aggiunge- il massimo rigore nella applicazione della legge e nella gestione giudiziaria del caso”. Queste parole del procuratore capo D’Avino contenute in una nota stampa diffusa per rispondere alle parole del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che nei giorni scorsi aveva citato il “circo mediatico” (espressione usata dal magistrato) e lo aveva messo in correlazione al “silenzio” della Procura su una vicenda così grave.

D’Avino ha replicato che “un conto è dare informazioni su ciò che è accaduto, anche ricercando fonti di prova in giro per il paese, altro conto è assediare letteralmente per giorni interi con telecamere, microfoni e taccuini i protagonisti delle vicende, quali indagati, persone offese, rispettive famiglie, e le loro abitazioni”. La Procura di Parma, quindi, “può ritenersi ‘soddisfatta’- conclude il magistrato- per aver garantito, per circa un mese, la serenità e la tranquillità alla giovane protagonista della vicenda di Traversetolo, tenendo lontano da lei, dalla sua famiglia e dal giovane mancato-padre quel circo mediatico che, inopinatamente, il giornalista Bartoli ritiene di ascrivere al Procuratore di Parma”.

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