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I presidi approvano la riforma Valditara: “Segna un passo in avanti”

Giannelli (Anp): "Parliamo di scuola e ci deve essere un’azione educativa che va insieme a quella repressiva"

Pubblicato:26-09-2024 14:53
Ultimo aggiornamento:26-09-2024 14:58

voto in condotta
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ROMA – “Si tratta di un passo in avanti, che trovo condivisibile, per una maggiore responsabilizzazione degli alunni. Abbiamo assistito a un crescendo di fatti incresciosi accaduti in tante scuole e siamo tutti d’accordo. C’è stata unità sull’esigenza di mettere mano al regime disciplinare e di renderlo più severo”. È positivo il giudizio di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), sul disegno di legge sul voto in condotta, approvato ieri dall’aula della Camera, voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “C’è stato un crescendo di aggressioni- dice Giannelli all’agenzia Dire- ed è inaccettabile. Si è creato un allarme sociale”. Effettivamente, già lo scorso marzo un sondaggio di Skuola.net aveva mostrato che gli assalti ai docenti da parte degli alunni non accennano a diminuire: “Nel corso dello scorso anno scolastico- rivela l’indagine- un alunno delle superiori su 5 ha assistito ad aggressioni per lo più verbali, ma anche fisiche, nei confronti dei professori. E, in un caso su tre, ciò avverrebbe addirittura frequentemente”.

Ma la novità della legge approvata dal Parlamento non riguarda il 5 in condotta. “Voglio ricordare che con il 5 in condotta si bocciava anche prima- precisa il presidente di Anp- ciò che cambia, invece, è l’innalzamento dell’attenzione sul sistema scolastico. Per quanto riguarda le modifiche tecniche con il 6 in condotta si dovrà elaborare un testo in cui l’alunno rifletterà sul proprio comportamento e questo lo aiuterà a comportarsi meglio con gli altri. È un messaggio più di tipo culturale che repressivo. Sono, inoltre, previste delle multe per chi aggredisce il personale scolastico, misura che noi stessi abbiamo già chiesto più volte. Le aggressioni sono un reato grave, che prevede anche un inasprimento della pena, eppure sono aumentate. Ora si spera che la multa possa dissuadere ulteriormente i malintenzionati dal mettere in atto questo tipo di comportamento inaccettabile”.

Agli studenti che indicano in questa riforma un rafforzamento di “una cultura autoritaria e punitiva”, Giannelli risponde: “Non è punitiva, sono interpetazioni distorte. Parliamo di scuola e ci deve essere un’azione educativa che va insieme a quella repressiva, perché non è tollerabile sparare con i pallini un docente in classe. È ovvio che ci sarà un’azione repressiva dopo, ma prima deve esserci quella educatva”.
Le sospensioni adesso saranno meno facili. “Il ministro Valditara ha sempre detto che allontanare un alunno da scuola non è utile, anzi in alcuni casi si peggiora la sua condotta. Quindi si limiterà il numero dei giorni di sospensione sostituendoli in modo consistente con lavori utili in enti e/o associazioni diverse dalla scuola. La nuova legge prevede forme di rieducazione– spiega Giannelli- perché la repressione pura e semplice in alcuni casi non è utile, anzi è controproducente. Ma quando ci si comprota male ci deve essere una punizione, e per azione repressiva si intende una reazione da parte dell’ordinamento scolastico di tipo punitivo”.


In sostanza “si va nella giusta direzione- rimarca il preside- questa legge prevede meccanismi attraverso i quali rafforzare l’autorevolezza dei docenti. Certo- aggiunge- i tempi della scuola sono lunghissimi, si tratta di azioni educative e culturali che impiegano tempo per far cambiare mentalità a milioni di persone, per far capire che il rispetto per gli altri è la cosa più importante in una società civile e fare in modo che questo valore venga introiettato e valorizzato da tutti a partire dai 5 anni”. E’ una legge che “segna un passo avanti, poi tra due-tre anni potremo valutare e vedere se funzionerà- conclude- e se qualcosa non dovesse funzionare la modificheremo”.

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