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BOLOGNA – La vicenda di Michele Zoboli, medico di base di San Pietro in Casale e Galliera, nel bolognese, che sta per compiere 70 anni ma che vorrebbe proseguire il servizio per altri due anni e non andare in pensione, si arricchisce di un nuovo sviluppo. E si tratta di uno sviluppo negativo per il dottore. Il medico vi è visto rigettare dal Tribunale del Lavoro di Bologna, lo scorso 10 settembre) il ricorso d’urgenza contro la procedura seguita nei suoi confronti dall’Ausl (che prima gli aveva negato la proroga e poi aveva acconsentito a mantenerlo in servizio per due anni, condizionando però la durata della proroga al perdurare della mancanza di un altro medico) e il 17 ha presentato, tramite il suo legale Maurizio Ferlini, un reclamo contro il rigetto del ricorso, chiedendo al Collegio del Tribunale di sospendere in via d’urgenza la decisione del giudice del Lavoro. Ma due giorni fa, lunedì, ha saputo che l’udienza di reclamo è stata fissata il 6 novembre, quando ormai “avrò già perso tutti i miei pazienti“, scrive Zoboli in una nota.
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A riprova di quanto afferma, il medico rende noto che “ieri mattina l’Ausl ha mandato a tutti i miei 1.800 pazienti la comunicazione che cesserò il servizio il 30 settembre e che devono scegliersi un nuovo medico, scatenando il panico” tra gli stessi pazienti. Ieri e oggi “mi è stato difficilissimo visitare, viste le continue telefonate di pazienti spaventati, preoccupati e disorientati“, prosegue Zoboli, che stigmatizza il comportamento dell’Azienda sanitaria sottolineando che “hanno creato il 2 settembre un posto di medico di medicina generale che non esiste, a San Pietro in Casale e Galliera, per l’altro medico che aveva partecipato al bando per prendere il mio posto dal 30 settembre”.
Come se non bastasse, insiste Zoboli, la stessa Ausl “lascia scoperti 19 posti di medico di medicina generale in provincia di Bologna” e “nel corso di una causa manda una comunicazione di cessazione del medico ai pazienti cinque giorni prima. Vi pare che cinque giorni possano essere un preavviso per una scelta del medico?”.
Data la situazione, il medico, che si dice “sfiduciato, amareggiato, profondamente deluso e preso in giro dal comportamento dell’Ausl”, annuncia di aver deciso di “abbandonare la causa, perché la mia lotta e quella dei miei mille pazienti è diventata una battaglia impossibile da portare avanti“. A questo punto, conclude Zoboli, “non mi interessa più continuare con la causa per chiedere i danni all’Ausl. Non mi interessano i soldi, non ho certo fatto causa per quello: l’ho fatto solo per i miei pazienti, per questo abbandonerò il contenzioso. Io- è la chiosa finale del medico- ci ho provato con tutte le mie forze, ma ha vinto la burocrazia“.
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