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DIRETTA | Giornalismo, al via il corso di formazione Ue nella redazione dell’Agenzia Dire a Roma

L’appuntamento sarà trasmesso in diretta streaming e con notizie “live” sulle pagine web della Dire

Pubblicato:26-09-2024 09:10
Ultimo aggiornamento:30-09-2024 09:08
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Di Vincenzo Giardina e Alessandra Fabbretti

ROMA – Al via oggi nella redazione dell’agenzia di stampa Dire a Roma il corso di formazione sull’Europa rivolto ai giovani giornalisti, content creator e operatori dell’informazione selezionati nei giorni scorsi. A coordinare l’iniziativa, negli spazi di corso d’Italia 38/a, con lezioni, dialoghi, laboratori e prove pratiche, sono per tre giorni docenti, eurodeputati e esperti di diritto, politica e comunicazione dell’Ue.

L’appuntamento è trasmesso in diretta streaming e con notizie “live” sulle pagine web della Dire.
Si comincia alle 9.30 e si termina alle 18.30, oggi e poi ancora negli stessi orari venerdì e sabato.


Tra i temi e i titoli della tre giorni: ‘L’Europa: com’è nata, come funziona e come sarà’, ‘Al lavoro in redazione… e occhio alle fake news’ e ‘La legislatura europea: raccontiamola bene, anche sui social’. L’appuntamento sarà trasmesso in diretta streaming e con notizie “live” sulle pagine web della Dire.

Corazza (Rappresentanza Ue in Italia): Agenda Draghi ora o mai più

“L’agenda di Mario Draghi non è allarmista ma realista: dopo 20 anni di esperienza europea, ritiene che se questa nuova legislatura non affronterà le tre criticità che ha elencato l’Ue andrà a morire”. Questa l’analisi promossa da Carlo Corazza, direttore del Parlamento europeo in Italia.

Presentando il suo Rapporto sul futuro della competitività europea, la scorsa settimana, continua Corazza, l’ex presidente della Banca centrale europea e premier italiano Draghi “ha delineato in cosa devono consistere le riforme, che dovranno risolvere tre criticità: primo, l’incapacità di innovazione e investimento nelle nuove tecnologie a causa del capitale asfittico e del non completamento del mercato dei capitali europei”.

Questo, la tesi di Draghi, rallenterebbe la strada verso l’intelligenza artificiale, rendendo l’Ue meno competitiva. La seconda criticità denunciata, continua Corazza, è l’energia. “Manca ancora l’unione per l’energia” dice il direttore, avvertendo che i Paesi europei “spendono troppo”.

Corazza continua: “L’Italia paga per l’energia tre volte tanto la media europea, l’Ue in totale spende il doppio degli Stati Uniti”.

Terza criticità, la sicurezza: “Dall’approvvigionamento di materie prime per produrre batterie e microprocessori”, per non essere dipendenti dalla Cina, “al capitolo difesa”, evidenzia Corazza. Che ricorda: “Il rapporto Draghi avverte che a livello di budget potremmo dotarci di una capacità militare, non come quella che possiedono gli Stati Uniti, ma comunque importante”.

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Gui (La Sapienza): Stati Uniti d’Europa? Li voleva già Garibaldi

“Altiero Spinelli è stato bravissimo ma non se l’è inventata lui l’idea della federazione europea; sapete che nel 1877 ci fu un convegno a Ginevra presieduto da Giuseppe Garibaldi, che voleva gli Stati Uniti d’Europa?” A porre domande ai giovani giornalisti, è Francesco Gui, professore di Storia moderna all’Università La Sapienza di Roma. Al centro del suo intervento, le origini del processo dell’integrazione europea. “Le basi culturali dell’Unione Europea attuale”, sottolinea Gui, “risalgono all’Ottocento e anzi al Settecento, con personaggi come l’inglese William Penn, che dette il nome alla Pennsylvania e propose allo stesso tempo di fare una unione dell’Europa”. Fondatore del Movimento federalista europea, quando era ancora in corso la Seconda guerra mondiale, nel 1941, Spinelli redasse il manifesto ‘Per un’Europa libera e unita’, noto anche come Manifesto di Ventotene.

Parasecolo (Comunicazione Parlamento Ue in Italia): Avanti con le plenarie, due a ottobre

Plenarie a Strasburgo e poi mini-plenarie a Bruxelles, sempre su base mensile, per poter espletare tutte le
attività legislative necessarie: le prevede l’agenda del Parlamento europeo, illustrata da Valentina Parasecolo e Alberto D’Argenzio, rispettivamente coordinatrice dell’Ufficio stampa e addetto stampa dell’Assemblea Ue in Italia. “Gli eurodeputati lavorano sia nei gruppi che nelle commissioni a Bruxelles e si riuniscono poi una volta al mese nelle plenarie a Strasburgo” ha detto Parasecolo. “Nel prossimo
ottobre le plenarie previste saranno però due, sempre dal lunedì al giovedì, con le discussioni e i voti”.
A completare questo lavoro contribuiscono mini-plenarie a Bruxelles. “Durano un giorno e mezzo”, ha sottolineato D’Argenzio, “e servono a integrare l’attività legislativa”.

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D’Argenzio (Comunicazione Parlamento Ue in Italia): Assemblea ha tre poteri decisivi

Legislativo, di bilancio e di controllo: tre poteri del Parlamento europeo in evidenza nell’intervento di
Alberto D’Argenzio, addetto stampa dell’Assemblea Ue in Italia.
“Il Parlamento Ue non ha il potere di iniziativa legislativa ma ha quello di definire le leggi, insieme con il Consiglio” ha detto D’Argenzio. “Poi ci sono le competenze in materia di bilancio, fondamentali, che riguardano le risorse economiche”. Un altro passaggio ha riguardato il rapporto di fiducia con
l’esecutivo comunitario. “Il Parlamento ha un potere di controllo, che riguarda l’esame dei commissari, con l’approvazione o meno della Commissione Ue e anche eventuali mozioni di censura”.

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Rossolillo (UniPavia): Al vaglio le liste transnazionali alle elezioni europee

“Da anni si discute di riformare la legge elettorale del Parlamento europeo e tra le varie proposte sul tavolo c’è la cosiddetta proposta di legge uniforme. E’ interessante, perché contiene l’introduzione delle liste transnazionali, una novità arrivata al dibattito nel 2022, che attende l’approvazione del Consiglio e che presenta vari pro e contro”. Lo spiega Giulia Rossolillo, ordinaria di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Pavia nonché presidente del Centro studi sull’Ue dello stesso ateneo, tra le docenti che intervengono al corso europeo per giovani giornalisti e content creator al via nella redazione romana dell’agenzia Dire.

Rossolillo spiega i caratteri della riforma al vaglio: “Si punta a superare le differenze tra le leggi elettorali nazionali, portando ad esempio l’elettorato attivo e passivo a 18 anni per tutti, stabilendo la possibilità di votare in Stati terzi extra-Ue, fissando alcuni requisiti comuni per la campagna elettorale e introducendo le liste transnazionali”. Quest’ultimo è l’aspetto più innovativo della proposta. Le europee infatti, premette la giurista, spesso diventano banchi di prova per i partiti di governo o opposizione, “nazionalizzando” un momento di democrazia diretta che dovrebbe invece portare le persone a guardare anche fuori dai confini dei loro Paesi. L’idea di fondo quindi è superare questo vulnus. Secondo Rossolillo, “si propone di utilizzare un certo numero di seggi per liste non interne ai singoli Stati membri, bensì comuni a tutta l’Ue”. La professoressa spiega: “Al cittadino si danno così due voti, da usare uno per la lista interna e uno per quella esterna”.

Quest’ultima sarà composta da “candidati che avranno fatto campagna elettorale in tutta l’Ue su temi europei”. Un piano che ha “pro e contro”, osserva Rossolillo. Tra gli aspetti positivi, “il primo è che le liste verrebbero sostenute dai gruppi europei al Parlamento, che quindi si rafforzerebbero”. Ancora, “i cittadini diventerebbero più consapevoli e responsabili circa i temi dell’Europa e dei singoli aspetti o problemi degli altri Stati, intersecando maggiormente il piano nazionale con la prospettiva europea”.
Tra i contro invece, continua Rossolillo, “si creerebbero candidati nazionali e candidati europei ‘più europei’ di quelli nazionali, col rischio di una prospettiva ‘candidati di serie A e B”. Inoltre, dice la professoressa, “quelli transnazionali, lavorando da una prospettiva più ampia, non sarebbero particolarmente legati ai territori”. Un terzo aspetto, conclude Rossolillo, “è il rischio che vengano favoriti i candidati transnazionali dei Paesi più grandi e popolosi”.

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