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VIDEO | Caso Lavinia Montebove, la mamma: “In tre anni la maestra non si è mai fatta viva con noi”

Lavinia Montebove fu investita nel parcheggio dell'asilo nel 2018 a Velletri e da allora è ridotta in stato vegetativo

Pubblicato:27-09-2022 09:04
Ultimo aggiornamento:27-09-2022 09:04
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lavinia investita all'asilo
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VELLETRI – Un tentativo di avvicinamento fatto solo nell’immediatezza dei fatti, il giorno dell’investimento e poi la mattina dopo in ospedale, quando la piccola Lavinia, investita da un’auto dopo essere scappata fuori dal cortile dell’asilo, era gravissima e i genitori erano sotto choc (quindi frastornati e poco disposti ad ascoltare). Solo questo, poi per tre anni non c’è stato da parte della donna nessun segno di avvicinamento e tentativo di chiedere scusa alla famiglia.

LEGGI IL RACCONTO DELLA MAESTRA IN AULA

Tranne i primissimi momenti, poi è letteralmente sparita“. Lo ha detto alla Dire Lara Liotta, mamma della piccola Lavinia Montebove, investita nel parcheggio dell’asilo nel 2018 a Velletri e da allora ridotta in stato vegetativo, commentando così le parole usate dall’imputata, la maestra Rocca, nel corso dell’udienza che si è da poco conclusa al Tribunale di Velletri. La donna ha spiegato di essersi disperata per l’accaduto e ha descritto come stretto il rapporto che avrebbe avuto con i genitori della bambina.


Ma in realtà, ha spiegato la mamma di Lavinia, la maestra con loro non si è mai fatta viva da quel tragico giorno. “L’unico tentativo fatto dalla maestra è stato nel giorno stesso e il giorno dopo che eravamo in ospedale a combattere con nostra figlia tra la vita e la morte“, ribadisce ancora Massimo Montebove, papà della piccola. In quel momento la mamma e il papà di Lavinia, sotto choc, non sono stati recettivi verso di lei. “Volevamo stare con la famiglia e gli amici più stretti- ha spiegato la mamma- poi in 3 anni e mezzo non ha trovato più modo di farsi sentire”.


La maestra, parlando in aula, ha avuto parole critiche anche nei confronti della stampa, che avrebbe in un certo senso costruito un processo prima del tempo. Il papà di Lavinia puntualizza a questo proposito: “C’era un rischio di prescrizione fortissimo, quindi ci siamo limitati a segnalarlo alla stampa. Ma erano usciti già articoli” anche su testate straniere, e conclude: “Attaccare la stampa è segno di debolezza, non di civiltà“.

LEGALE IMPUTATE: BIMBA SFUGGITA AL CONTROLLO

“La stampa ha messo in atto tutto un movimento di protezione della vittima che a noi, prima della fine del processo, appare ingiustificato. Le due imputate non parleranno prima della fine del processo”. Lo ha dichiarato alla Dire l’avvocata Anna Scifoni, legale delle due imputate sul caso della piccola Lavinia Montebove,in stato vegetativo dopo esser stata investita nel parcheggio dell’asilo.

Oggi in aula a Velletri l’interrogatorio della maestra Francesca Rocca, rinviata a giudizio per abbandono di minore. Durante l’udienza è stato mostrato un video della bambina che gattonava. Una messa in onda “per poter evincere- ha spiegato Scifoni- l’altezza dei gradini che la bambina agevolmente superava, perchè la bambina non è stata abbandonata, ma è sfuggita al controllo”. E ha aggiunto: “L’imputata oggi si è sottoposta all’esame e avrebbe potuto non farlo”.

“IL PAPÀ DELLA BAMBINA NON HA VOLUTO PARLARE CON LA MAESTRA”

Ha parlato infine l’avvocata di “un tragico evento di cui si risponde umanamente e moralmente, ma non alla giustizia”. L’assenza di contatti con la famiglia? L’avvocata ha ribadito: “C’è stata la volontà del papà della bambina di non vederla e non sentire” la maestra, ha concluso.

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