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Tg Politico Parlamentare, edizione del 26 settembre 2022

I titoli e il tg politico parlamentare della Dire

Pubblicato:26-09-2022 16:57
Ultimo aggiornamento:26-09-2022 16:57

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IL CENTRODESTRA HA VINTO, FDI PRIMO PARTITO

Il centrodestra ha vinto le elezioni, avrà una larga maggioranza sia alla Camera che al Senato. A trionfare è soprattutto Giorgia Meloni, che cinque anni fa aveva ottenuto il 4,5% e oggi aspira a diventare il primo presidente del Consiglio donna in Italia. Il suo partito è arrivato al 26%. La Lega crolla all’8,9%, mentre Forza Italia regge all’8,3%. Il Pd è lontanissimo, al 19%, l’alleanza tra Verdi e Sinistra raggiunge il 3,5% mentre +Europa si ferma al 2,9% e registra anche la sconfitta di Emma Bonino nel collegio uninominale di Roma centro. Il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, seppur da solo e destinato all’opposizione, è uno dei vincitori delle urne: sbanca al sud e arriva al 15,5%. Lontano dalla doppia cifra il Terzo polo, che chiude al 7,7%. Sotto il 3% Italexit di Paragone, Unione popolare di De Magistris e Impegno civico di Luigi Di Maio, che ha perso contro Sergio Costa nel collegio napoletano di Fuorigrotta. Il ministro degli Esteri del governo Draghi ed ex capo del Movimento 5 stelle è fuori dal Parlamento.

LETTA ANNUNCIA IL CONGRESSO PD: NON MI RICANDIDO

Enrico Letta, Matteo Salvini e Carlo Calenda sono tra gli sconfitti di questa tornata elettorale. Il Partito democratico si è fermato al 19%, incapace di costruire una coalizione alternativa al centrodestra. Letta annuncia il congresso: “Non mi ricandido, è un atto d’amore per il partito, ora serve una riflessione”, dice in conferenza stampa. L’amarezza è tanta e il segretario torna ad accusare Giuseppe Conte: “Ci sarà il governo Meloni perché il Movimento 5 stelle ha fatto cadere Draghi”.
Grande delusione anche in casa Lega. Matteo Salvini si lecca le ferite: “Meglio avere il 9% e stare in maggioranza che all’opposizione. Puntiamo ad avere 100 parlamentari. Meloni è stata brava – aggiunge – non sono invidioso”. Ma pure lui è sotto accusa e nel Carroccio si attende la resa dei conti. Carlo Calenda promette “un’opposizione costruttiva, non siamo riusciti a fermare la destra – sottolinea – gli italiani hanno scelto il populismo”.

IL 13 OTTOBRE LE CAMERE, GOVERNO TRA UN MESE

La diciannovesima legislatura comincerà formalmente giovedì 13 ottobre con la convocazione di Camera e Senato per la formazione dei gruppi parlamentari. Sarà la prima volta che le due camere si riuniranno con il nuovo assetto dovuto alla riforma del taglio degli eletti: 400 deputati e 200 senatori, più i 6 a vita. Finora i parlamentari erano rispettivamente 630 e 315. Il primo passo per i gruppi sarà indicare i presidenti delle assemblee. Poi, cominceranno le consultazioni del Quirinale e secondo le previsioni più ottimistiche il nuovo esecutivo potrebbe giurare entro metà di novembre. L’appuntamento sullo sfondo è quello della legge di bilancio, da approvare entro fine anno. Già domani il Consiglio dei ministri potrebbe dare il via libera alla nota di aggiornamento di bilancio solo “tendenziale”, presentata dall’esecutivo Draghi. Il governo uscente probabilmente dovrà anche scrivere il Documento programmatico di bilancio, ovvero l’impianto della manovra da inviare alla Commissione europea entro il 15 ottobre. Sarà il nuovo governo ad aggiornare il quadro programmatico dei conti pubblici e portare la manovra in Parlamento. Avrà solo un mese e mezzo per approvarla.


LE ELEZIONI VISTE DALL’ESTERO: UN BEL BOTTO

“Un bel botto” titola il sito tedesco Bild. “Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale – si legge – è probabile che il Paese abbia un governo nazionalista di destra”. E’ un risultato “storico” per Giorgia Meloni, scrive ancora Bild. Coalizione di destra “largamente in testa” titola il francese Le Figaro, “la destra guidata da Giorgia Meloni raccoglierebbe tra il 41 e il 45% dei voti”. “Un terremoto politico dal profumo di consolidamento dell’estrema destra in Europa ha scosso l’Italia questa domenica”, la versione dello spagnolo El Pais, “in elezioni segnate da una storica astensione”.

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