(Crediti Wikicommons / The Conversation)
ROMA – Giù le tasse su prelievi bancomat, transazioni bancarie e soprattutto “MoMo”, “mobile money”, uno degli strumenti per inviare e ricevere denaro piu’ popolari in Tanzania e in Africa in genere.
La decisione, che prevede tagli radicali o abolizioni totali e sarà effettiva dal primo ottobre, è stata presa dal governo di Dodoma dopo un’ondata di critiche e proteste contro una legge in vigore dal luglio scorso.
A essere revocate saranno anche le imposte sui ritiri in banca e prelievi bancomat per un valore superiore a 30mila scellini locali, l’equivalente di 12 dollari e 87 centesimi.
Secondo stime illustrate in parlamento dal ministro delle Finanze Mwigulu Nchemba, con le imposte sulle transazioni bancarie e “mobile” l’erario contava di incassare in un anno l’equivalente di 213 milioni di dollari. Quello che ora, stando alle nuove direttive, dicasteri e agenzie statali dovranno risparmiare tagliando non solo viaggi all’estero, workshop e seminari ma pure tè e snack.
Un avvertimento anche per altri governi africani, che dopo l’ulteriore crescita del comparto digitale in tempi di pandemia hanno introdotto tasse analoghe per aumentare le entrate con i contributi del settore “informale”, economicamente decisivo. Il confronto resta acceso in particolare in Ghana, dove l’imposta sul “MoMo” è in vigore da maggio e prevede un’aliquota dell’1,5 per cento.
Come si ricorda in un articolo pubblicato dal portale di divulgazione scientifica The Conversation, la misura è parte di una strategia nazionale che mirerebbe a ridurre la dipendenza del governo di Accra dagli aiuti esteri.
Secondo i critici, organizzatori in Ghana anche di alcune manifestazioni di protesta, la tassa colpisce circa l’89 per cento dei lavoratori, che fanno parte del settore informale. L’accusa è che l’imposta non rispetti un principio di equità e non tenga conto del fatto che i contribuenti sono già soggetti a prelievi fiscali indiretti attraverso l’Iva su beni di largo consumo.
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