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Coronavirus, i tecnici: “No agli stadi pieni al 25%, non ci sono le condizioni”

Il Comitato tecnico scientifico boccia la proposta delle Regioni: "La riconsidereremo quando ci saranno dati sull'impatto della riapertura delle scuole"

Pubblicato:26-09-2020 13:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:57

stadio calcio
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ROMA – Non è possibile aumentare la capienza degli stadi al 25% del pubblico, come proposto dalle Regioni: il ‘no’ ufficiale è arrivato dal Comitato tecnico scientifico che si è riunito oggi. Troppi rischi, e troppa incertezza, ancora, sull’impatto che la riapertura delle scuole può avere sulla diffusione del Coronavirus. Gli stadi resteranno dunque aperti con l’indicazione di accogliere fino a un massimo di 1.000 spettatori.

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Il verdetto è arrivato dopo che oggi il Comitato tecnico scientifico si è riunito per analizzare il documento ricevuto dal ministro della Salute relativo alla partecipazione del pubblico alle manifestazioni sportive, predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome.


Per quanto riguarda la partecipazione del pubblico agli eventi delle diverse discipline sportive e delle diverse serie, gli esperti confermano che questi rappresentano la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus, anche in considerazione del recente avvio dell’anno scolastico, il cui impatto sulla curva epidemica dovrà essere oggetto di analisi nel breve periodo. Il Cts ritiene dunque che, “sulla base degli attuali indici epidemiologici ed in coerenza con quanto più volte raccomandato, non esistano – al momento – le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome”.

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Resta, comunque, “imprescindibile assicurare – per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore – la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno un metro, l’igienizzazione delle mani e l’uso delle mascherine. Qualora l’evento non possa garantire le citate misure di prevenzione, i numeri indicati nel Dpcm dovranno necessariamente essere ridotti dagli enti organizzatori e posti sotto la valutazione e la responsabilità delle autorità sanitarie competenti”.

Il Cts, “pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, ritiene che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione”.

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