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Coldiretti: “A Pistoia cinghiali allevati e lasciati liberi apposta, gravissimo”

I cinghiali - ripresi in un video - hanno un marchio all'orecchio, una sorta di 'carta di identità' per gli animali da allevamento

Pubblicato:26-09-2017 13:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:43

cinghiale
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FIRENZE – Cinghiali al pascolo come ‘pecorelle’. Succede a Pistoia, dove un gruppo di cinghiali (esemplari da 200 chilogrammi ciascuno) è stato avvistato mentre pascolava a margine della strada statale sul tratto Lungo Reno, che da Pistoia porta a San Marcello Pistoiese. E fin qui non ci sarebbe da meravigliarsi. Quello che colpisce è la denuncia di Coldiretti Pistoia, l’associazione che tutela gli agricoltori, che sul punto avanza il dubbio che siano stati messi lì di proposito, anche perché i mammiferi immortalati dal video di un iscritto dell’associazione mostrano un marchio all’orecchio, la ‘carta di identità’ per gli animali da allevamento. Questo “lascia presupporre che gli stessi siamo cresciuti in un contesto ‘regolamentato’, come sono gli allevamenti”. E infatti i cinghiali ripresi da un socio dell’associazione “sembrano ben poco autoctoni, e ‘rufolano’ ai bordi di una strada, rovinando il terreno, come pecorelle al pascolo”. Tirando le somme, Coldiretti ha pochi dubbi: si tratta di “cinghiali di allevamento immessi senza autorizzazione sulla montagna pistoiese”.

CHI IMMETTE IN NATURA O RIFOCILLA I CINGHIALI RISCHIA DENUNCE PENALI

Si tratta, dichiara a questo proposito l’associazione, “di azioni di inaudita gravità, in sfregio agli imprenditori agricoli e al loro lavoro. Evidentemente- fa sapere- non si temono le conseguenze, anche penali, che subisce chi immette cinghiali o li rifocilla”. Questo genere di comportamenti, d’altronde, “favorisce l’abnorme diffusione” degli ungulati. “Come associazione- precisa- stiamo raccogliendo elementi utili da portare alle autorità competenti, chiedendo loro di accertare anche eventuali profili illeciti di tali condotte. Occorre perseguire chi, operando al di fuori della legge, crea a Pistoia ed in tutta la Toscana danni a volte irreversibili all’attività degli agricoltori“. Un percorso da affiancare al “prelevamento di tutte le tipologie di selvaggina” per riportare il numero di ungulati entro i limiti stabiliti dalla legge.

COLDIRETTI: “SEGNALEREMO ALLE AUTORITA’ COMPETENTI”

Chi può averceli messi? Coldiretti andrà fino in fondo: “Stiamo raccogliendo elementi utili da portare all’attenzione delle autorità competenti, chiedendo loro di accertare anche eventuali profili illeciti di tali condotte”.  E ancora: “Segnaleremo anche alle autorità competenti chi, in sfregio al lavoro quotidiano degli imprenditori agricoli, immette animali selvatici illegalmente”.


Le polemiche sull’abbattimento degli ungulati non sono nuove per la Toscana e in particolare per la zona di Pistoia. Dopo l’aspro scambio di accuse fra le associazioni degli agricoltori e i cacciatori sulla mancata riduzione della popolazione degli animali selvatici, secondo i parametri fissati dalla legge obiettivo, oggi Coldiretti lancia un nuovo allarme.

 

 

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