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Maroni vuole una ‘zona economica speciale’ per tutelare lavoratori frontalieri

Dopo il referendum in Svizzera, il governatore della Lombardia si muove per tutelare i cittadini lombardi che lavorano oltre il confine

Pubblicato:26-09-2016 13:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:06

roberto maroni
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MILANO – “Ho parlato a lungo con il presidente della repubblica del Canton Ticino Paolo Beltraminelli per definire la tutela dei cittadini lombardi frontalieri dopo il recente referendum, e lo incontrerò la prossima settimana”. Lo dice il governatore della Lombardia Roberto Maroni durante la solita conferenza stampa del dopo giunta. Maroni ricorda che “i lombardi frontalieri sono lavoratori e non immigrati clandestini“, dunque bisogna evitare “atteggiamenti discriminatori”. Maroni ha fatto sapere di aver ricevuto garanzie dal politico svizzero sul fatto “che dopo questo esito referendario non cambierà nulla”, ricordando il referendum del febbraio 2014 che non comportò grossi cambiamenti; comunque sia il governatore annuncia un vertice interno con l’assessore regionale al Reddito di autonomia e inclusione sociale Francesca Brianza per tutelare i diritti dei lavoratori lombardi in Svizzera.

Il presidente lombardo annuncia inoltre che domani presenterà al premier Matteo Renzi in visita a Milano l’opzione “di inserire nella legge di stabilità la proposta elaborata a fine febbraio del 2014 dal Consiglio regionale lombardo sull’attivazione di una Zona economica speciale (Zes) per le aree contigue alla Svizzera”, questo “per avvantaggiare le attività imprenditoriali di confine e trattenerle in Italia“, trovando così “un’alternativa ai lavoratori lombardi” che si trovano a contatto giornaliero con la Svizzera. Riguardo all’utilizzo del referendum Maroni è molto chiaro: “L’opinione del popolo va sempre rispettata- conclude- c’è però da dire che il Canton Ticino ha un tasso di disoccupazione al 3%, dunque non mi sembra questa grossa emergenza”.

di Nicola Mente, giornalista


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