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Ferri (UniBo): “L’Unione europea non decide mai al posto degli Stati”

Il docente anticipa uno dei temi del Corso europeo per giornalisti e content creator dal 26 al 28 settembre a Roma

Pubblicato:26-08-2024 16:02
Ultimo aggiornamento:29-08-2024 15:14

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ROMA – “L’Unione europea non decide al posto degli Stati: fu istituita per permettere agli Stati membri di rispondere a delle sfide comuni, perché lo Stato da solo non riuscirebbe a far fronte ad alcuni problemi”. A sottolinearlo è Federico Ferri, professore in Diritto dell’Unione europea dell’Università di Bologna. Il punto di partenza è la polemica che viene a volte sollevata da chi sostiene che l’Unione europea “costi” porzioni di sovranità agli Stati membri, riducendo la loro libertà di scelta. L’Ue, osserva il docente, “è stata dotata di competenze e poteri dagli Stati stessi. A differenza di tante altre organizzazioni internazionali, l‘Ue decide tanto, spesso e su molti temi, ma lo fa sempre attraverso le competenze che le sono state assegnate dagli Stati membri, e lavora tramite gli Stati membri“.

Ogni Stato inoltre, continua Ferri, “è rappresentato all’interno delle singole istituzioni e può partecipare direttamente o indirettamente al processo di formazione delle norme, che determinano degli obblighi che possono vincolare a loro volta – a seconda dell’ambito – le istituzioni europee, gli Stati o persino gli individui”. Insomma, “non è corretto dire che l’Unione decide al posto o a scapito degli Stati”.
Eppure, ci sono esponenti politici che lo denunciano. “Accade quando quei governi non riescono ad entrare in sinergia con altri singoli governi” dice Ferri. “Si tratta di un messaggio politico, di una scappatoia“. Un meccanismo che interessa maggiormente il Consiglio dell’Unione europea, organo che “rappresenta gli Stati ed è uno dei legislatori dell’Ue”, ma dove “occorre raggiungere una determinata maggioranza”. “Ciò implica”, spiega il professore, “che si crei un accordo tacito tra alcuni paesi” se si vuole raggiungere – o far fallire – una determinata proposta. Secondo Ferri, però, gli Stati membri “hanno la possibilità, talvolta il dovere, di cooperare per interessi per l’appunto comuni, e che quindi diventano europei”.

L’esperto è uno dei docenti del ‘Programma di formazione del Parlamento europeo per giovani giornalisti’, una serie di corsi rivolti a cronisti, content creator e operatori dell’informazione in programma in diversi Paesi Ue. La prossima edizione si terrà nella redazione dell’agenzia Dire a Roma, in corso d’Italia 38/a, da giovedì 26 a sabato 28 settembre.


I corsi del ‘Programma di formazione del Parlamento europeo per giovani giornalisti’ sono organizzati in Italia dalla Dire insieme con il service di produzione audiovisiva Total EU con sede a Bruxelles. Gli interessati a partecipare alla prossima edizione possono presentare domanda di partecipazione insieme con cv e motivazioni attraverso un form online in calce a questa pagina web. Per richieste di informazioni potrà essere utilizzato anche l’indirizzo email formazionegiornalistiue@agenziadire.com.


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