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Crescono le imprese di stranieri: +1%, tra aprile e giugno superata quota 600.000 unità

Le imprese guidate da stranieri si concentrano soprattutto nel commercio, nei lavori di costruzione e nella ristorazione

Pubblicato:26-08-2019 10:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:38
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ROMA – Una impresa su 10 in Italia è gestita da stranieri. Alla fine di giugno queste aziende hanno superato le 600.000 unità, grazie ad una crescita – nel secondo trimestre dell’anno – di 6.800 unità (+1,1% rispetto al trimestre precedente, il doppio della media delle imprese nello stesso periodo: +0,5%).

Le imprese guidate da stranieri si concentrano soprattutto nel commercio, nei lavori di costruzione e nella ristorazione e, in 8 regioni su 20, rappresentano oltre il 10% delle attività economiche. E’ quanto risulta dalla fotografia scattata da Unioncamere e InfoCamere sulle imprese di stranieri nel periodo aprile-giugno dell’anno in corso.


Il 40% di queste imprese si concentra nelle grandi province, a cominciare da Roma, che ha oltre 69mila attività di imprenditori stranieri. In termini di crescita, però, nel periodo aprile-giugno sono state alcune realtà di minor dimensione a far segnare le variazioni più elevate: Brindisi in primo luogo (+3,1%), seguita da Taranto (2,9%) e Terni (+2,8%).

Commercio al dettaglio” (161mila), “lavori di costruzione specializzati” (113mila) e “servizi di ristorazione” (quasi 47mila) sono i settori in cui le imprese di stranieri sono più numerose. Nei primi due ambiti, inoltre, così come nelle “attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi alle imprese”, nelle “attività di servizi per edifici e paesaggio” e nella “fabbricazione di articoli in pelle”, una impresa su 5 è guidata da persone di origine non italiana.

In altri due settori, però, le imprese di stranieri arrivano a rappresentare un terzo del totale. E’ il caso delle 17mila attività di “confezione di articoli di abbigliamento”, pari al 31,4% delle imprese del comparto, e delle 3.400 imprese del settore delle “telecomunicazioni”, che sono il 33,2% del totale.

Ma da dove provengono gli imprenditori stranieri? 

L’analisi delle sole imprese individuali (oltre 470mila, il 77,1% del totale, per le quali è possibile associare il paese di nascita al titolare) mostra che le componenti più consistenti sono quella marocchina, cinese e romena, attive in prevalenza nel settore commerciale (le prime due) e nelle costruzioni (i romeni).

Mentre le due comunità più numerose (marocchina e cinese) sono distribuite in modo diffuso su tutto il territorio nazionale, per altre nazionalità si assiste a veri e propri fenomeni di clusterizzazione territoriale.

E’ il caso di Milano, dove ha sede la più corposa comunità di imprenditori egiziani (il 43,5% del totale), di Roma, ormai area di elezione dei capitani d’azienda provenienti dal Bangladesh (più del 40% delle imprese bengalesi è all’ombra del Cupolone) e di Napoli, dove ha sede il 20,5% di tutte le imprese guidate da persone originarie del Pakistan.

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