NEWS:

A Rebibbia incendiate due auto di agenti della Polizia penitenziaria

La denuncia del sindacato Sappe: "Va chiarito se si tratta di una intimidazione. La vicenda di Santa Maria Capua Vetere ha scatenato l'odio ma la Polizia penitenziaria è un corpo sano"

Pubblicato:26-07-2021 10:25
Ultimo aggiornamento:26-07-2021 12:19
Autore:

auto polizia incendiate rebibbia
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Le auto private di due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Roma Rebibbia sono state bruciate a seguito di un lancio di molotov e distrutte dalle fiamme appiccate nella notte da ignoti. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che esprime “solidarietà alle due colleghe” ed auspica che si faccia luce sull’inquietante episodio. “Quel che è avvenuto questa notte nel parcheggio delle auto private del personale in servizio nella Casa Circondariale femminile di Rebibbia a Roma merita di essere approfondito con estrema attenzione. Va chiarito se, come sembra, si è trattato di una vera e propria intimidazione ai danni di due poliziotte penitenziarie del carcere romano da persone non identificate, che hanno incendiato le auto nella notte”.

auto polizia incendiate rebibbia

“Auspico che le indagini facciano piena luce su questo grave e inquietante episodio – dichiara il Segretario Generale del Sappe Donato Capece, che stigmatizza come – dopo le gravi vicende di Santa Maria Capua Vetere, sono state molte le prese di posizione inneggianti all’odio verso il Corpo di polizia penitenziaria ed i suoi singoli appartenenti da parte dell’area extraparlamentare ed antagonista in tutta Italia. La Polizia penitenziaria è e rimane un Corpo di Polizia dello Stato sano e fondamentale a garantire l’ordine democratico e la sicurezza dei cittadini“, conclude Capece.


IL SINDACATO: “VIGILANZA E PATTUGLIAMENTO ALL’ESTERNO DELLE CARCERI”

“Il vile incendio delle autovetture private di due Poliziotte penitenziarie avvenuto nella notte all’interno del parcheggio riservato al personale della Casa Circondariale femminile di Roma Rebibbia è atto gravissimo, di vera e propria violenza, che si unisce a una molteplicità di intimidazioni, fatte anche di scritte sui muri delle città, volantinaggio e telefonate minatorie. Il segnale sembra chiaro, dalle parole si sta passando ai fatti“. Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, a seguito dell’incendio di due autovetture di altrettante appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria avvenuto la scorsa notte presso il carcere femminile di Roma Rebibbia.


“Dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere e gli strumentali attacchi a tutto il Corpo di polizia penitenziaria e, più in generale, alle forze dell’ordine messo in atto con un’unica strategia, ma con differenti modalità da diversi settori e frange estremiste – prosegue il Segretario della Uilpa PP – abbiamo detto a più riprese che, da un lato, occorre un cordone di solidarietà della parte sana del Paese intorno a coloro che difendono le istituzioni democratiche e la sicurezza dei cittadini, dall’altro, necessitano interventi concreti da parte del Governo e dei Ministri dell’Interno e della Giustizia anche per rafforzare il controllo dei luoghi sensibili e la protezione degli operatori più esposti. Ovviamente, non siamo ancora in grado di pronunciarci con certezza circa la matrice del gravissimo atto intimidatorio e dei suoi obiettivi, ma le circostanze di tempo e di luogo unite ad altri possibili indizi, quali per esempio la scritta comparsa due giorni fa in via Prenestina, lasciano pochissimo spazio ad altre ipotesi. La netta sensazione, e ci auguriamo di sbagliarci, è che qualcuno stia pensando di passare dalle parole ai fatti. Per questo, oltre a tutti gli interventi che già abbiamo indicato in favore del Corpo di polizia penitenziaria – conclude De Fazio – chiediamo che venga immediatamente disposto un servizio di vigilanza e pattugliamento esterno delle carceri più esposte e dei luoghi penitenziari sensibili, nonché adeguati servizi di protezione in favore degli operatori più a rischio”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it