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Carabiniere ucciso a Roma, l’americano fermato confessa: “Sono stato io”

Ha confessato l'uomo che la notte scorsa ha colpito a morte il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega

Pubblicato:26-07-2019 21:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:34

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ROMA – “Sono stato io”. Cosi’ uno dei due cittadini americani interrogati nella caserma di via In Selci, a Roma, avrebbe confessato l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto questa notte nel quartiere Prati di Roma. Ad uccidere il carabiniere sarebbe stato l’uomo ripreso da alcune telecamere di sorveglianza con i capelli mechati.

TROVATA IN HOTEL L’ARMA DEL DELITTO

Nel corso della perquisizione della camera d’hotel occupata dai due 19enni statunitensi accusati dell’aggressione mortale ai danni del Vice Brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, “è stata rinvenuta e sequestrata l’arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro ad un pannello a sospensione del soffitto, nonché gli indumenti indossati durante la commissione del reato”. Così una nota dell’Arma dei Carabinieri. I due, una volta in caserma, sono stati interrogati dai Carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura della Repubblica di Roma, di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato i loro addebiti.

LA DINAMICA DELL’AGGRESSIONE

Volevano acquistare droga a Trastevere ma la sostanza che gli avevano venduto era semplice aspirina. Per questo hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi sottratti poco prima. È questa la dinamica ricostruita da Carabinieri e magistrati, che ha portato all’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.


Secondo quanto accertato dagli inquirenti i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare alcune dosi di stupefacenti, quando hanno scoperto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore che conteneva il suo telefono cellulare. A quel punto l’uomo ha contattato i due americani chiamando sul suo telefono per tentare di riavere indietro il maltolto. Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare che era stato scippato e che si era accordato con i due americani per la restituzione della borsa.

A questo punto, all’orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa, nel cuore del quartiere Prati. Li’ hanno incontrato i due ragazzi con i quali e’ scoppiata una colluttazione durante la quale il vicebrigadiere Rega e’ stato colpito con otto coltellate da uno dei due che in serata ha confessato l’omicidio.

 

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