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M5S, Fico guarda a Bergoglio: “La mia politica? Come un ospedale da campo”

"Il mio punto di vista e' il punto di vista di un non credente", premette il presidente della Camera Roberto Fico

Pubblicato:26-07-2018 11:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:25

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ROMA – “Il mio punto di vista e’ il punto di vista di un non credente“, premette il presidente della Camera Roberto Fico nel cofrontarsi con padre Antonio Spadaro, direttore della rivista dei Gesuiti ‘La Civilta’ cattolica’, sul pensiero e l’operato di Papa Francesco.

Non credente ma in sintonia con Bergoglio. Dall’ecologia, all’idea di eguaglianza, alle migrazioni che sono “il frutto del nostro tempo e non possono essere fermate perche’ l’uomo e’ migrante in se stesso”, dice Fico.

Nel giorno in cui Famiglia Cristiana titola in copertina “Vade retro Satana”, e Satana e’ il ministro dell’interno Matteo Salvini, il presidente della Camera sceglie di non commentare. Ma il seminario alla Civilta’ Cattolica offre spunti per una riflessione distante mille miglia da quelle che il titolare del Viminale affida quotidianamente ai social.


Le migrazioni vanno gestite con serenita’. Perche’ ogni Stato ha dato e preso. Si parla, ad esempio, di quote proporzionate. Parliamone anche a proposito del colonialismo. La Francia, ad esempio, ha preso tanto ed e’ giusto che prenda una quota proporzionata a cio’ che ha preso. Io condivido questa logica”.

Un modo di pensare di cui Papa Francesco ha dato prova materialmente recitando messa sul confine tra Messico e Stati Uniti, come ricorda Padre Spadaro. “Da’ molto il senso di come abbattere un confine. Che cosa rappresentano i confini? Oggi sei in un luogo e sei una persona. Oltre quel confine come fai ad essere un’altra persona, ad essere illegale?”, chiede provocatoriamente Fico.

Nel suo intervento, costellato di citazioni del Papa, Padre Spadaro ha ricordato i tratti salienti del pontificato di Bergoglio. Gesuita e come tale “in movimento”. Il papa “quando va in giro nella Chiesa afferma che ogni missione deve parlare fuori dai recinti. La Chiesa e’ popolo in cammino che trascende l’istituzione. La chiesa e’ un ospedale da campo e se non lo e’ non e’ Chiesa”.

Una metafora che fa a pezzi altre citazioni. “Si ricordano spesso le radici cristiane dell’Europa. Ma quali sono queste radici? La lavanda dei piedi, queste sono le radici dell’Europa“, dice Padre Spadaro che aggiunge: “Ripugna l’uso del crocifisso come fosse distintivo di una squadra. Il crocifisso da’ identita cristiana ma non e’ identitario. Per questo chiesa ospedale da campo. La presenza in Italia di figure come Steve Bannon creano problemi. Il ricorso a simbolo sacri crea un rischio altissimo, quello di trasformare la fede in ideologia. Sarebbe la morte della fede”.

Il papa capovolge il punto di vista che oppone popolo ed élite. “Non serve il progetto politico di pochi e per pochi, di una minoranza illuminata. Si tratta di raggiungere un accordo tra tanti, di voler vivere insieme. Vale anche in Italia. La gente e’ altrove, non bastano piu’ le accolite di anime belle. Occorre recuperare l’effettivita’ del trasformarsi da abitanti in cittadini. Come dice Francesco, ‘io sono una missione su questa terra’”.

Fico coglie analogia tra l’esperienza del M5s e le parole di Spadaro. “La Chiesa come ospedale da campo mi fa venire in mente quando nel 2005 le persone chiedevano ai partiti politici di essere piu’ vicini e meno chiusi nei palazzi. In un certo senso ci chiedevano di essere piu’ ospedali da campo”.

Lo stesso vale per l’acqua e per i beni comuni, che devono essere di tutti, fuori dal profitto. E il crocifisso, non va brandito per allontanare. “E’ anche amore ai nemici. Dobbiamo uscire dalla logica del nemico. Questo mondo e’ vissuto da tutti. Se non troviamo un’idea di cooperazione alla fine non riusciamo a imprimere un solco profondo nelle nostre coscienze”.

Si torna a parlare di migranti. L’accoglienza, osserva, “e’ un dovere e un diritto, da praticare nel modo giusto. Partendo da se stessi. In 43 anni sono arrivato alla conclusione che la rivoluzione primaria parte da ognuno di noi”.

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