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Ilva, Zipponi: “Governo cambi decreto o morirà come Bagnoli”

Le modifiche portano la firma di Alessandra Bencini e Maurizio Romani presentate oggi in conferenza stampa alla Camera

Pubblicato:26-07-2016 11:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:56

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ilva01ROMA – Dimezzare i tempi previsti dall’ultimo decreto Ilva per le valutazioni del ministero dell’Ambiente e per la scelta industriale dei commissari e garantire “la presenza italiana” maggioritaria nel gruppo che rileverà lo stabilimento di Taranto. Lo chiedono una serie di emendamenti presentati dai senatori dell’Idv al decreto in discussione a palazzo Madama. Le modifiche, che portano la firma di Alessandra Bencini e Maurizio Romani, sono state presentate in una conferenza stampa alla Camera.

Presente anche Maurizio Zipponi, responsabile lavoro dell’Italia dei valori. “Noi abbiamo condiviso il piano di risanamento del governo, ma quest’ultimo decreto è una legge profondamente sbagliata e rischi a di generare un danno enorme a Taranto: determina dei tempi incompatibili con i fini, si rischia di finire come a Bagnoli, con un’agonia lentissima che farà scomparire un asset strategico del paese.

Rischia di generare un dramma”. Per Zipponi “l’azienda è stata messa su un binario morto, è diventato solo un problema sociale, di cassa integrazione, guarda caso sempre al Sud…”. Quindi, aggiunge, “chiediamo al governo uno scatto d’orgoglio, di invertire l’agenda“. L’Idv punta il dito anche contro le due cordate che hanno manifestato interesse per Ilva: il gruppo Marcegaglia con i franco-indiani di ArcelorMittal e il gruppo Arvedi con i turchi di Erdemir. “Nessuna delle due- denuncia Zipponi- ha la maggioranza italiana”.



Bencini aggiunge: “Abbiamo presentato anche una mozione che impegna il governo a garantire che il gruppo Ilva venga rilevato da una cordata che garantisca la presenza italiana quale componente maggioritaria, che abbia una posizione solida nel mercato europeo e che sia capace di sostenere i considerevoli investimenti necessari garantendo un giusto bilanciamento tra risanamento ambientale e mantenimento dei livelli occupazionali”. Per il senatore Francesco Molinari “il governo non può pensare di ignorare questo dato, denunciato da Idv, che parla di un’azienda strategica non solo nel settore siderurgico ma per tutta la filiera produttiva di trasformazione in cui il nostro Paese ha mille eccellenze. Il governo deve cambiare il decreto Ilva, ascoltare la forza delle nostre ragioni e generare uno scatto di orgoglio nazionale per salvare il futuro di una struttura produttiva fondamentale per l’industria ma, soprattutto, strategica per dare speranza di lavoro e di sviluppo al Mezzogiorno da sempre nelle agende politiche ma mai come priorità. Il nostro voto al senato sarà legato alle risposte che riceveremo”.

di Antonio Bravetti, giornalista professionista

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