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ROMA – “Sono qui da oltre due ore; le forze di occupazione di Israele demoliscono le case con i bulldozer e lasciano le persone senza un tetto”: la voce del giovane palestinese Odeh Hathaleen arriva da Umm Al-Khair, una delle comunità di Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania. Il suo è un appello, condiviso anche con l’agenzia Dire con un messaggio via WhatsApp: “È uno dei nostri giorni peggiori; per favore, diffondete la notizia”. Masafer Yatta, situata una ventina di chilometri a sud della città di Hebron, è un’area abitata perlopiù da comunità beduine. I raid dei militari di Tel Aviv sono divenuti più frequenti negli ultimi anni e si sono intensificati ulteriormente dopo il 7 ottobre, il giorno degli assalti dei commando di Hamas nel sud di Israele e dell’avvio di un’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza tuttora in corso.
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