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ROMA – “Vogliamo classi meno affollate. Le cosiddette classi pollaio a me non piacciono affatto, non le tolleriamo più. Siamo molto ambiziosi sulla scuola e non abbasseremo mai la soglia di attenzione”. Cosi’ il premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi, sulla riapertura delle scuole.
“Chiudere le scuole è stata una scelta molto sofferta, non presa a cuor leggero, una decisione che ci ha fatto male. La didattica a distanza ci ha permesso di andare avanti, è stata una questione di necessità, ma non eravamo preparati per la massima efficienza”, dice ancora Conte. “Nessuno deve dubitare- aggiunge- che la scuola è al centro dei nostri pensieri, dell’azione del governo”.
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“Abbiamo un nuovo miliardo che stanziamo per ripartire in piena sicurezza a settembre con una scuola più moderna, sicura e inclusiva”, annuncia il premier Conte, che assicura: “All’interno del recovery fund un importante capitolo sarà dedicato proprio agli interventi sulla scuola”.
“Le linee guida che oggi presentiamo sono condivise con tutto il mondo della scuola, le forze sociali, i genitori, gli studenti, le scuole paritarie e gli enti locali. Sono immediatamente operative. Ci sono le soluzioni e anche le risorse per realizzarle. Ci sarà un miliardo in più da stanziare, una cifra alta se pensiamo che da gennaio ne abbiamo stanziati 4,6 miliardi. La scuola non aveva mai visto questi soldi perché sempre sottoposta a tagli che l’hanno ridotta nella situazione che conosciamo. Non è stato facile stanziare un altro miliardo ma è un altro segnale che il mondo della scuola è al centro dei nostri pensieri, perché la amiamo e la scuola è il nostro futuro”. Così la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in conferenza stampa insieme al presidente del consiglio Giuseppe Conte dopo l’approvazione in conferenza Stato-Regioni delle linee guida per il rientro a scuola a settembre.
“Il 17 giugno abbiamo riaperto grazie agli esami di Stato. Io sono stata a Bergamo e rivedere le scuole aperte è stata un’emozione enorme, soprattutto in Lombardia- ha aggiunto la ministra-. Abbiamo riportato 500mila studenti a scuola e ho visto l’emozione di studenti e docenti. Non è stato facile, ci avevano detto che gli esami di Stato in presenza non si potevano fare, ma li abbiamo fatti. Adesso però dobbiamo fare un passo in più, riportare tutti in classe a settembre, tutti in sicurezza. E lo faremo già dal primo settembre riportando gli studenti che hanno avuto qualche difficoltà negli apprendimenti e anche quelli che vogliono potenziare i loro apprendimenti. Poi, dal 14 settembre, la scuola riaprirà ufficialmente per tutti”.
“Flessibilità di orari non significa doppi turni né sdoppiamenti di classi, questo non è stato mai detto”, dice Azzolina. La ministra ha poi aggiunto che le “classi pollaio non permettono di valorizzare i talenti di ciascuno. Studenti e studentesse vanno coltivati, altrimenti si crea dispersione scolastica, e perdiamo gli studenti per strada. Il numero degli studenti per classe deve diminuire, sarà una battaglia di questo governo, già a partire da settembre”.
“Le scuole a settembre saranno innanzitutto pulite. Abbiamo investito milioni di euro per comprare prodotti igienizzanti. È evidente che, sulla base delle indicazioni del Cts, dobbiamo mantenere quel metro di distanziamento ed evitare assembramenti, e lo faremo grazie agli ingressi scaglionati. Faremo formazione per tutto il personale scolastico, con webinar e strumenti di comunicazione in un’ottica di comportamenti responsabili”, afferma Azzolina.
“La scuola ha bisogno di spazi, e per questo abbiamo creato un software che ci indica i metri quadri degli ambienti scolastici, delle palestre e degli auditorium. Oggi siamo al 76% di dati che gli enti locali ci hanno fornito. Ora sappiamo tutti i metri a disposizione, classe per classe. Il software va nella direzione della digitalizzazione del ministero dell’Istruzione, stiamo digitalizzando il più possibile- ha aggiunto Azzolina-. Ad oggi dovremmo portare circa il 15% degli studenti fuori dagli edifici scolastici e lo faremo lavorando sull’edilizia scolastica. Se non dovessero bastare questi interventi, abbiamo ripreso i 3mila edifici scolastici che erano stati dismessi a causa del ridimensionamento scolastico fatto negli anni. Anche quelli sono spazi che possiamo recuperare, ma non basta. La scuola a settembre deve riaprire in un’ottica diversa, che sia più nuova e inclusiva. Portiamo i nostri studenti nei teatri, negli archivi, nelle biblioteche, facciamo in modo che respirino la cultura di cui hanno bisogno”.
“Abbiamo fornito una cassetta degli attrezzi per rispondere alle singole realtà, perché abbiamo circa 40mila edifici scolastici e più di 8mila autonomie”, afferma Azzolina.
La ministra ha poi aggiunto che “i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria sono quelli che hanno sofferto di più durante il lockdown, così come i ragazzi e le ragazze disabili. A loro, a settembre, la scuola dovrà dare la risposta più forte. E la darà”. Infine, Azzolina ha annunciato che dal primo di luglio inizierà a visitare le scuole di ogni Regione per monitorare e aiutare gli istituti insieme agli enti locali, e fare in modo che la scuola a settembre possa partire senza problemi.
“Abbiamo bisogno di più personale, docente e non docente. Con i soldi che stiamo stanziando possiamo assumere fino a 50mila persone tra docenti e personale Ata, a tempo determinato. Poi, questa estate, assumeremo a tempo indeterminato, sulla base dei pensionamenti, sia personale docente che non docente. In aggiunta abbiamo fatto un enorme investimento sui concorsi, e a luglio, inoltre, gli stipendi del personale docente cresceranno grazie alla riforma del Cuneo fiscale: avremmo tra gli 80 e i 100 euro in più. È un riconoscimento che meritano perché gli stipendi del personale docente italiano sono tra i più bassi d’Europa, e questo è il minimo che gli si può dare in un’ottica di crescita”, dice Azzolina.
La ministra ha poi aggiunto che la scuola non può essere la stessa di 50 anni fa, “abbiamo bisogno di strumenti di apprendimento nuovi, scuole innovative da cui possa nascere una didattica nuova e orari di lavoro più flessibili. Una didattica più moderna che gli studenti e le studentesse di oggi chiedono, e hanno ragione. Investiamo in ambienti di apprendimento e formazione del personale”.
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