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Istat: “I consumi crollano del 6,4%, ma la fiducia nell’economia è in ripresa”

Dati relativi al primo trimestre 2020

Pubblicato:26-06-2020 09:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:33
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ROMA – Nel primo trimestre 2020 il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è diminuito dell’1,6% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un lieve aumento del deflatore implicito dei consumi (+0,2%), il potere d’acquisto è diminuito dell’1,7%. Lo rileva l’Istat. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici nel primo trimestre 2020 è stata pari al 12,5% (+4,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). Tale aumento deriva da una flessione della spesa per consumi finali molto più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (-6,4% e -1,6% rispettivamente). Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel primo trimestre del 2020 è stato pari al 5,3%, 0,4 punti percentuali più basso rispetto al trimestre precedente, a fronte di una flessione degli investimenti fissi lordi dell’8,6% e della già segnalata flessione dell’1,6% del reddito disponibile lordo.

I DATI SULLA FIDUCIA DEI CONSUMATORI E DELLE IMPRESE

I dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori rilevati dall’Istat per il mese di giugno evidenziano i primi segnali di ripresa dopo il crollo record registrato nei mesi precedenti. Le stime effettuate con i dati raccolti a giugno 2020 indicano un miglioramento, rispetto al mese di maggio 2020, sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 94,3 a 100,6) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 52,7 a 65,4). L’indice della fiducia dei consumatori migliora in modo evidente, trainato dal recupero del clima personale e di quello futuro che si situano entrambi al di sopra del basso livello raggiunto a marzo 2020. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in crescita, seppur con intensità diverse. L’aumento è marcato per il clima economico (da 72,9 a 87,2) e per il clima futuro (l’indice passa da 93,1 a 105,6) mentre il clima personale e quello corrente registrano incrementi più contenuti (da 100,9 a 104,5 e da 95,0 a 96,4, rispettivamente).

L’aumento dell’indice riferito alle imprese e, in particolare, delle loro aspettative, è diffuso a tutti i settori, pur permanendo livelli storicamente contenuti dei diversi indicatori. Le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori anche se i livelli rimangono depressi. In particolare, nell’industria l’indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 71,5 a 79,8 e nelle costruzioni aumenta da 108,4 a 124,0. Per il comparto dei servizi, si evidenzia una risalita dell’indice sia nei servizi di mercato (da 38,9 a 51,7) sia nel commercio al dettaglio (l’indice passa da 68,0 a 79,1). Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in lieve accumulo rispetto al mese scorso. Per le costruzioni, l’aumento dell’indice è determinato da un deciso miglioramento dei giudizi sugli ordini a cui si unisce un aumento delle aspettative sull’occupazione presso l’impresa. Nei servizi di mercato, l’incremento dell’indice è determinato da un forte aumento delle attese sugli ordini il cui saldo rimane però ancora negativo; i giudizi sia sugli ordini sia sull’andamento generale dell’azienda registrano un lieve miglioramento. Con riferimento al commercio al dettaglio, recuperano decisamente le aspettative sulle vendite future il cui saldo torna positivo per la prima volta dall’inizio degli effetti della pandemia. Infine, le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo e si registra un lieve peggioramento dei giudizi sulle vendite. Il miglioramento della fiducia è diffuso sia alla grande distribuzione sia a quella tradizionale.


ISTAT: “AUMENTA INDEBITAMENTO NETTO PA, DISAVANZO PRIMARIO 7,8%”

Nel primo trimestre 2020 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 10,8% (7,1% nello stesso trimestre del 2019). Il saldo corrente e il saldo primario delle Amministrazioni pubbliche sono risultati negativi, entrambi con un’incidenza sul Pil del -7,8% (rispettivamente, -4,1% e -4,2% nel primo trimestre del 2019).

ISTAT: “PRESSIONE FISCALE AL 37,1%, IN CRESCITA DI +0,5%”

Nel primo trimestre del 2020 la pressione fiscale è stata pari al 37,1%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 

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