NEWS:

“Ritirate il bando mense”: firmano in 12mila, ma il Campidoglio dice no

Sotto accusa la cifra di 4 euro a pasto, giudicata troppo bassa. A rischio, oltre i livelli occupazionali, anche la qualità dei pasti

Pubblicato:26-06-2019 13:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:27

mensa_scuola_bambini_asilo
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA  – Sindacati e lavoratori tornano alla carica per richiedere nuovamente il ritiro del bando per la refezione scolastica. Questa volta, lo fanno presentando in commissione capitolina Trasparenza 12mila firme dei genitori dei bimbi delle materne ed elementari. Sotto accusa, sempre la cifra di 4 euro a pasto per bambino, giudicata troppo bassa. A rischio infatti, oltre i livelli occupazionali di più di 170 lavoratori, anche la qualità dei pasti somministrati.

“Si parla di 4 euro ma la somma è decisamente inferiore- hanno spiegato in commissione- in quella cifra rientrano le riparazioni di eventuali guasti in cucina, le colazioni dei bambini e i compensi dei lavoratori. A pasto forse non si va oltre gli 1,5 euro. E ancora ci vengono a parlare di alimenti biologici e a km 0“. “Qui- hanno aggiunto- più che i bambini si vogliono tutelare le casse del Campidoglio“.

Eppure da Palazzo Senatorio non sembra esserci nessuna volontà di venire incontro alle richieste di genitori e operatori del settore. Il bando, inizialmente triennale e ora a causa delle proroghe del precedente, di non più di 10 mesi di durata, non sarà ritirato. “Insistere con questo bando per meno di un anno, mi puzza”, ha detto il presidente di commissione Marco Palumbo. Alla seduta non hanno partecipato né i consiglieri di maggioranza, né l’assessore competente Laura Baldassarre. Presente invece, il vicedirettore del Campidoglio Gianni Serra. Quest’ultimo ha provocato rabbia e indignazione tra i presenti quando ha usato l’espressione “quattro mamme” riferendosi alle autrici della raccolta firme.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it