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Taser alle Polizie locali, Molteni: “Va avanti, il no è sugli storditori”

Per il sottosegretario all'Interno Molteni il percorso di sperimentazione del taser in dotazione ai vigili va avanti nonostante la bocciatura della Consulta: "Lo stun gun è cosa diversa"

Pubblicato:26-05-2022 14:01
Ultimo aggiornamento:26-05-2022 18:49

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MILANO – Avanti con i taser alle forze di polizia locale. A spiegarlo alla Dire è il sottosegretario dell’Interno, Nicola Molteni, che chiarisce come la sentenza 126 della Corte costituzionale dello scorso 6 aprile, poi pubblicata il 24 maggio, riguarda il dissuasore a stordimento a contatto, e “sul taser ha un effetto sostanzialmente pari a zero”. “Credo si sia creata una grandissima confusione – prova a chiarire Molteni – perché il dissuasore di stordimento a contatto e il taser sono due strumenti completamente differenti”.

La Corte ha stabilito l’incostituzionalità della norma della Regione Lombardia perché, ai sensi dell’articolo 117 della Carta fondamentale, le leggi sulle armi di offesa sono competenza esclusiva dello Stato. Mancando una legge nazionale sui dissuasori di stordimento a contatto, quindi, le disposizioni previste dalla Lombardia sono state dichiarati incostituzionali. Un discorso che, secondo Molteni, non può essere esteso anche al taser, “introdotto con il ‘decreto Sicurezza 1’ di Matteo Salvini“. Anche per quanto riguarda la possibilità di dotare di taser le forze di polizia locale, Molteni ricorda che “già nell’articolo 19 del decreto Sicurezza era prevista questa possibilità per i Comuni sopra i 100mila abitanti e i comuni capoluogo”.

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La sentenza della Consulta, depositata il 6 aprile, richiama però espressamente la necessità del coinvolgimento della Conferenza unificata (cioè una riunione congiunta della Conferenza Stato-città ed autonomie locali e della Conferenza Stato-Regioni) e l’adozione di un apposito decreto ministeriale per rendere effettiva la possibilità di dotare di questo strumento le forze di polizia locale. Due punti che però secondo il sottosegretario dell’Interno sarebbero già superati: “L’11 maggio – ricorda Molteni – la Conferenza unificata ha licenziato le linee guida per avviare la sperimentazione del taser anche alle polizie locali dei Comuni“, mentre “in Consiglio dei ministri era già stata approvata una norma che prevede che il taser sia inserito all’interno delle dotazioni delle forze dell’ordine”.

Il sottosegretario ricorda quindi che il taser ha già visto “una sperimentazione fatta ben tre volte nel 2018”, che tutti i protocolli per il suo utilizzo “sono stati fatti con il contributo del ministero della Salute” e che il ministero dell’Interno sta pensando anche “all’introduzione delle bodycam per registrare tutte le modalità di svolgimento delle operazioni”. Poi ci sono i dati che, “al 30 aprile, ci dicono che su 46 casi di utilizzo, nel 50% il taser non lo si è neanche dovuto utilizzare. È bastato mostrare il taser per avere l’effetto deterrenza“.

Uno strumento, quindi, che per Molteni “sta funzionando in maniera straordinaria” e che non viene messo in discussione dalla Consulta perché “la sentenza non incide minimamente sull’iter di approvazione dei taser per le polizie locali. Quindi, oggi, le amministrazioni che lo vorranno potranno partire con la sperimentazione”.

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DE CORATO (LOMBARDIA): AVANTI COI TASER, C’È OK VIMINALE

Il taser è salvo, e non sarà scalfito dalla sentenza di incostituzionalità della Corte costituzionale, arrivata ieri contro la legge ordinamentale lombarda del 2021 nella parte in cui affidava alle polizie locali l’utilizzo dello storditore elettrico, il cosiddetto stun gun. È la tesi dell’assessore regionale alla Sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che già ieri spiegava alla ‘Dire’ come a tutti gli effetti il taser sia classificato come un’arma. Anche la Consulta ha definito arma offensiva lo stun gun, statuendo di fatto l’esclusiva del suo utilizzo alle sole polizie dello Stato. Ma sul taser si va avanti, perchè la sperimentazione nelle polizie locali dei Comuni lombardi (in corso ad esempio a Monza con le prime sessioni di formazione) è cominciata dopo il preventivo via libera del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, peraltro arrivato “a due anni dalla nostra richiesta”, puntualizza De Corato.

“IL TASER HA GIÀ SALVATO DUE VITE NEGLI ULTIMI GIORNI”

Di fatto dunque poco cambia nelle politiche di sicurezza promosse in Lombardia dall’assessore di Fdi ed ex vicesindaco di Milano, che ostenta tranquillità: i dissuasori sono strumenti che “stordiscono”, dunque legalmente in Italia possono essere detenuti in abitazione dai privati cittadini per autotutela, “a patto che non vengano usati fuori da casa”.

“Il taser è stato autorizzato su mia richiesta dalla Conferenza Stato Regioni, e lo stanno distribuendo, tant’è che Nicola Molteni (sottosegretario agli interni, ndr) comunica spesso le consegne territoriali”. Oltretutto “a Milano- prosegue- il taser ha già salvato due vite umane negli ultimi giorni“.
In pratica, “noi per dotare di taser la Polizia locale dobbiamo avere il via libera dal ministero degli Interni e poi ogni Comune ha facoltà di regolamentarne l’uso”, conclude De Corato.

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