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Tg Riabilitazione, edizione del 26 maggio 2021

Pubblicato:26-05-2021 14:57
Ultimo aggiornamento:26-05-2021 14:57

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– IDO: 600MILA BALBUZIE NEL 1975, ORA STESSO NUMERO PER DISLESSIA

“Nel 1975 si era calcolato che ci fossero in Italia circa seicentomila balbuzienti, era un problema fortissimo tra bambini e ragazzi. Poi, con l’andare del tempo, queste percentuali si sono sempre più ridotte e la balbuzie è stata sostituita dai disturbi di apprendimento. Oggi si conta, infatti, che siano seicentomila i bambini e i ragazzi con dislessia. Seicentomila, proprio tanti quanti erano i balbuzienti”. Parte da qui Federico Bianchi di Castelbianco, direttore IdO, per ricordare come all’epoca quello su cui si puntava era il raggiungimento del risultato, nel caso della balbuzie: smettere di balbettare “e per farlo c’erano 124 metodi”. In questi cinquanta anni “l’ambiente ha sempre avuto un grosso peso su chi si occupa di riabilitazione. Non si andavano a indagare le cause- sottolinea Castelbianco- ma ci si limitava a una diagnosi descrittiva che consentiva di limitare il problema a un sintomo, ed è su quel sintomo che si interveniva. Bisogna ricordare che un conto è il disturbo dell’apprendimento isolato, un altro è in comorbilità. In quest’ultimo caso occorre affrontare il problema maggiore, non il minore, e non la sintomatologia”, conclude Castelbianco.

– AIOP CASA COMUNE STRUTTURE DEDICATE CRONICITA’ E RIABILITAZIONE

Riorganizzare il Sistema sanitario nazionale mettendo a sistema la componente di diritto pubblico e privato per rispondere alle nuove esigenze di salute condizionate anche dall’emergenza sanitaria imposta dal Covid-19, ma allo stesso tempo continuare a essere la casa comune anche per le strutture che si occupano anche di malattie croniche, in acuto e di riabilitazione. Questi sono i principali obiettivi che si pone l’Aiop nazionale, guidata per un altro triennio da Barbara Cittadini. Come racconta lei stessa intervistata dall’agenzia di stampa Dire.

– MAL DI SCHIENA, TRAPIANTO CELLULE STAMINALI AUTOLOGHE

Curare il mal di schiena cronico con la medicina rigenerativa personalizzata è finalmente possibile: dopo anni di ricerche, l’équipe guidata dal professor Vincenzo Denaro, con Gianluca Vadalà e Fabrizio Russo, ha eseguito al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma i primi trapianti italiani di cellule staminali autologhe, ovvero provenienti dallo stesso paziente. Gli interventi hanno dato il via alla fase clinica della sperimentazione nell’ambito del progetto Active finanziato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail, che prevede complessivamente il reclutamento di 52 pazienti in età lavorativa, dai 18 ai 65 anni, con patologie dei dischi intervertebrali, gli ammortizzatori posti fra le vertebre capaci di supportare tutti i carichi, prevalentemente lavorativi e sportivi. Obiettivo del trapianto di cellule staminali autologhe è la rigenerazione dei dischi intervertebrali danneggiati. Le sperimentazioni finora eseguite hanno mostrato l’assenza di effetti collaterali. I benefici sul quadro clinico del paziente si manifestano già un mese dopo l’intervento con una sensibile riduzione del dolore. Il progetto rappresenta una sfida importante per Inail, che da sempre si occupa del reinserimento lavorativo e crede nella collaborazione con il mondo ortopedico.


– TERAPISTA OCCUPAZIONALE: CENTRALE RIABILITAZIONE DISABILITA’

Non tutti conoscono la figura del Terapista occupazionale, eppure è il professionista sanitario che contribuisce allo sviluppo delle abilità e alla riabilitazione di persone affette da disabilità fisiche o mentali, fornendo loro gli strumenti necessari per raggiungere la completa autonomia. La sua presenza sull’intero territorio nazionale è fortemente disomogenea con differenze significative tra una regione e l’altra.
“In un Paese come il nostro ad alto tasso di anzianità e con un trend di crescita della disabilità, c’è necessità di un riconoscimento maggiore all’interno del Ssn. Dall’inizio della pandemia, i Terapisti occupazionali hanno modificato le proprie modalità operative continuando il lavoro nei reparti di riabilitazione, nelle Rsa e divenendo necessari sin dalle prime fasi della malattia. La peculiare formazione del Terapista occupazionale gli permette di accompagnare nella ripresa delle proprie abitudini le persone che, a causa del Long Covid, sono in difficoltà”, spiega Francesco Della Gatta, presidente della Commissione di Albo nazionale Tsrm Pstrp.

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