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Bonaccini: “Io premier? Non mi monto la testa”

Il governatore dell'Emilia-Romagna: "Ci si mette a disposizione se si ha passione politica per migliorare la cosa pubblica"

Pubblicato:26-05-2020 15:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:23
Autore:

stefano bonaccini
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BOLOGNA – C’e’ la candidatura a premier nel futuro di Stefano Bonaccini, magari sfidando il leghista Luca Zaia? “Non mi monto la testa e tengo i piedi per terra. Ma allo stesso modo non escludo nulla“. E’ lo stesso governatore dell’Emilia-Romagna a dirlo, questo pomeriggio in un dialogo in diretta web col direttore dell’Espresso, Marco Damilano.

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“Mi hanno chiesto se mi vedo come candidato premier, io non mi vedo niente- premette Bonaccini- anzi mi chiedo tutti i giorni se sono capace di fare il presidente di questa Regione. Mi sono sempre detto di non montarmi la testa, perche’ domani puo’ essere che perdi. Ma allo stesso modo non precludo nulla, ci si mette a disposizione se si ha passione politica per migliorare la cosa pubblica”.


Da giorni si parla della ‘strana’ coppia Bonaccini e Zaia, non solo nella gestione dell’emergenza covid rispettivamente in Emilia-Romagna e Veneto, ma anche in chiave di una futura sfida a livello nazionale per la guida del Paese.

“Non mi permetto di interpretarlo, ma se conosco un po’ Zaia forse la pensa come me– sorride Bonaccini- vogliamo molto bene alle nostre regioni, dove viviamo e stiamo amministrando, e vogliamo tenere i piedi molto per terra. Abbiamo certamente cose che ci dividono, altrimenti lui non sarebbe nella Lega e io da tutt’altra parte. E io posso dire con orgoglio di aver sconfitto dopo due anni la Lega e quel modello di societa’ che propone”.

Ma allo stesso tempo, rimarca Bonaccini, con Zaia “ci accomuna il fatto di aver messo da parte le differenze politiche e geografiche” nella gestione dell’emergenza sanitaria. “Ci sentiamo tutti i giorni per confrontarci, anche per capire se stiamo facendo bene o stiamo sbagliando qualcosa- continua il governatore dell’Emilia-Romagna- abbiamo voluto guardare al pragmatismo anche di sistemi sanitari e socio-economici abbastanza simili”.

E ribadisce: “Ci sentiamo la responsabilita’ che abbiamo, ma la si deve vivere cosi’, senza montarsi la testa e stando coi piedi per terra”.

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