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Manchester, la lettera del vice-sindaco di Bengasi: “Non sono stupito che attentatore sia libico”

"Noi stessi, tra le nostre strade, abbiamo subito ondate di terrore ben peggiori negli ultimi quattro anni"

Pubblicato:26-05-2017 17:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

libia
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ROMA – “Non mi sorprendono”: cosi’ il vice-sindaco di Bengasi, Abdelrahman Alabbar, sulle origini libiche dell’attentatore di Manchester. L’appunto e’ contenuto in una lettera indirizzata al primo cittadino della metropoli britannica, teatro dell’esplosione nella quale lunedi’ hanno perso la vita oltre 20 persone, in maggior parte bambini e giovani.

Alabbar ha spiegato: “Non ci stupisce in quanto noi stessi, tra le nostre strade, abbiamo subito ondate di terrore ben peggiori negli ultimi quattro anni”.

Come riferisce la testata ‘Libya Herald’, il vice-sindaco si e’ quindi lanciato in una confronto tra i fatti della citta’ britannica e la sua, afflitta da varie milizie estremiste originarie della citta’, e responsabili di molte azioni violente contro la popolazione: “Hanno cercato di distruggere il porto e gli aeroporti, la nostra unica universita’, poi hanno causato la chiusura di nove dei dieci ospedali pubblici, e provocato danni per circa 9 miliardi di euro”. Infine, “hanno costretto piu’ del 25 per cento dei cittadini residenti a lasciare la citta’”.


Quindi, porgendo le sue condoglianze ai parenti delle vittime, ha chiuso invocando “la protezione di Dio su Manchester e Bengasi”.

Bengasi e’ il capoluogo della Cirenaica, una delle principali regioni avverse al collonnello Gheddafi, e che oggi si rifiuta di riconoscere il governo di Unita’ nazionale di Tripoli sponsorizzato dalle Nazioni Unite. La famiglia dell’attentatore di Manchester lascio’ la Libia proprio perche’ appartenente a un clan nemico di Gheddafi.

La situazione in effetti in Libia resta instabile: come riportano altre fonti internazionali, uno scontro armato tra alcune milizie locali avversarie ha causato almeno cinque morti.

I combattimenti sono iniziati all’alba, e hanno visto milizie fedeli al governo di Fayez Al Serraj scontrarsi con gruppi legati invece al suo avversario politico Khalifa Ghwell, capo dell’esecutivo precedente non riconosciuto dalla comunita’ internazionale.

di Alessandra Fabbretti

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