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Firenze, Nardella fa la voce grossa: “Publiacqua pagherà il conto”

FIRENZE - Per ridar vita e bellezza al lungarno Torrigiani

Pubblicato:26-05-2016 14:07
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:47

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firenze_crollo_gruFIRENZE – Per ridar vita e bellezza al lungarno Torrigiani serviranno almeno 5 milioni di euro. La stima, anche se per qualcuno un po’ acerba, per adesso è la più accreditata. Se il quantum è fatto un po’ a cazzotto, di sicuro si sa già chi pagherà il conto: Publiacqua, la società di gestione della rete idrica nel Comune di Firenze. Ad assicurarlo è il sindaco Dario Nardella. Dentro il cantiere, prima; a Palazzo Vecchio un’oretta dopo. C’è però, gli fanno notare i giornalisti, un piccolo problema: a Publiacqua l’errore umano per ora non risulta. Quindi perché dovrebbe pagare i 5 milioni in ballo? La risposta è secca, le parole accordate con l’imperativo: in Publiacqua “i soci di maggioranza sono pubblici”, 60% ai municipi del centro toscana, 40% alla controllata di Acea, Acque Blu Fiorentine spa. “Il socio di maggioranza dei soci pubblici- sottolinea Nardella- è il Comune di Firenze e il rappresentante del socio di maggioranza dei soci pubblici è il sottoscritto”. Come dire: si fa così e basta.

Per come spendere i 5 milioni, però, il sindaco si affida ad un team tecnico “formato dai migliori ingegneri, architetti, geologi che abbiamo“. Non solo, Nardella apre le porte ad una squadra che dovrà coinvolgere tutti gli attori in causa. Ci sarà quindi il genio civile, il Comune, le società dei sotto servizi (compresa chiaramente Publiacqua), l’università e la soprintendenza. “A quel tavolo dovremmo esserci tutti, perché- afferma il sindaco- i pareri dovranno essere espressi in tempi brevi. Ricostruire entro settembre è una bella scommessa, per questo non possiamo permetterci di perdere tempo”. Infine la questione spallette, per oltre cento metri “spanciate” dalla pressione del crollo fino ad un metro e mezzo sull’Arno. “Da ieri- assicura il sindaco- i radar dell’università non hanno rilevato nessun spostamento, neppure di mezzo millimetro”.

di Diego Giorgi, giornalista


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