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A Bologna addio all’antica via Emilia, ‘tombata’ per altri duemila anni

BOLOGNA - Chi non ha avuto la fortuna di imbattercisi in questi giorni, dovrà accontentarsi delle foto. E'

Pubblicato:26-05-2015 08:15
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:21

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BOLOGNA – Chi non ha avuto la fortuna di imbattercisi in questi giorni, dovrà accontentarsi delle foto. E’ stato ricoperto ieri il tratto dell’antica via Emilia scoperto “inaspettatamente” sotto la centralissima via Ugo Bassi a Bologna, durante gli scavi del Cantierone. Teli di tessuto-non tessuto e una gettata di sabbia mista a cemento saranno usati per conservare la strada almeno per altri 2.000 anni.

Il reperto, spiegano gli esperti, è uno dei tratti della via Emilia di epoca romana meglio conservati ritrovato a Bologna. Si vedono perfettamente anche i solchi lasciati dal passaggio dei carri. Risale all’epoca augustea, primo secolo dopo Cristo, quando l’imperatore Ottaviano Augusto fece lastricare la strada con una pietra, la trachite dei Colli Euganei. Il ritrovamento è stato inaspettato, spiega oggi in una conferenza stampa nel cantiere l’archeologa Renata Curina della Soprintendenza, perchè ci si aspettava di trovare la strada romana a una profondità maggiore.

Invece, il reperto è stato ‘pescato’ tra 80 centimetri nel punto più alto (le strade romane erano fatte a “schiena d’asino”, per far defluire l’acqua) e i 170 centimetri di profondità. “Una quota anomala” rispetto agli oltre tre metri sotto terra in cui si trova, ad esempio, la via Emilia in Sala Borsa. “Evidentemente la città romana non era così piana e lineare come noi ce l’aspettiamo– spiega Curina- ma doveva avere una morfologia molto più movimentata. E questa ne è la testimonianza”. Insieme al lastricato della strada, è stato ritrovato anche il margine settentrionale della via Emilia, una sorta di marciapiede, che suggerisce agli studiosi le dimensioni dell’antica strada: tra i sei e i sette metri di ampiezza. “Le orme carraie poi ci danno anche il movimento dei carri”, sottolinea Curina.


Dallo scavo emerge che la via Emilia fatta così venne “utilizzata per tutti secoli dell’Impero fino all’età tardo-antica”, ovvero tra il quarto e il sesto secolo dopo Cristo, quando “venne rialzata con un battuto in latterizio (nello scavo si vedono dei pezzi di pietre rossicce in mezzo alla terra, ndr) che diventa altrettanto solido per il passaggio dei carri”. La strada “è conservata dov’è e la lasceremo lì– afferma ancora Curina- chiaramente con una copertura che ci permette di conservarla. Purtroppo non ce l’abbiamo tutta e altri tratti sono stati già sicuramente manomessi nel corso dei secoli con la crescita della città”. Ad esempio, in questa stessa parte del Cantierone, di fianco alla strada romana è stato trovato un tratto in mattoni rossi che è il fondo di una fognatura moderna.

In base al protocollo d’intesa firmato con la Soprintendenza, l’antica via Emilia viene ricoperta. “Però stiamo predisponendo una documentazione fotografica a pannelli- spiega il direttore dei lavori, Fabio Monzali- da applicare alla recinzione del cantiere”. L’idea è di mantenere questi pannelli, scritti in italiano e inglese, anche dopo la fine dei lavori, sia in via Ugo Bassi che in via Rizzoli. Intanto, il Cantierone va avanti con la posa dei basoli, nonostante i due giorni persi per la pioggia. “Quando piove sospendo i lavori perchè è impossibile andare avanti- spiega Monzali- con troppa acqua, la malta è molto meno resistente”. I nuovi marciapiedi sono quasi, per riaprirli si aspettano solo i pezzi speciali guida per gli ipovedenti. “Nei prossimi giorni- aggiunge il direttore- altre squadre si aggiungeranno per completare gli imbocchi delle strade laterali”. Dunque, assicura Monzali, “siamo in perfetta linea con i tempi di riapertura. Sta venendo molto bene”.

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