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Per il 2026 Milano abbatte barriere architettoniche: 40 km di percorsi olimpici e metrò ad hoc

Piano da 50 milioni per riammodernare 25 stazioni, previsti anche sensori per non vedenti

Pubblicato:26-04-2023 17:38
Ultimo aggiornamento:26-04-2023 17:39
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MILANO – Milano olimpica, Milano paralimpica, Milano accessibile, entro il 2026. Presentato oggi in commissione a Palazzo Marino da Amat il piano per una città senza barriere, 50 milioni da investire nell’ammodernamento di 25 stazioni del metrò e altri 3,5 da convogliare in progetti di sicurezza pedonale, compresi sensori per non vedenti. I giochi olimpici e paralimpici previsti in città nel 2026 sono infatti un’occasione irripetibile per aiutare il capoluogo lombardo all’abbattimento delle barriere architettoniche, e il Comune di Milano vuole prenderla al balzo, definendo dei veri e propri percorsi ‘olimpici’ che possano fungere da modello della città che verrà. Quasi 40 km di itinerari che permettono di raggiungere e collegano tra di loro i principali siti dei giochi invernali meneghini (arena Santa Giulia, Palasharp, Mi-Co, Meazza, piazza Duomo, villaggio olimpico) prevedendo interventi su 98 dislivelli divisi in 17 ‘intersezioni’.

Martina Riva (assessore allo Sport Comune di Milano)


Venendo alle stazioni metropolitane vere e proprie, va sottolineato, come spiega l’assessore milanese allo Sport, Turismo e Politiche giovanili Martina Riva, che Milano ha già tre linee su cinque completamente accessibili, e “questo non significa che ci dobbiamo sedere ma è una notizia che va comunicata”. Gli interventi di ammodernamento riguardano dunque soltanto la M1, la cosiddetta ‘linea rossa’ e la ‘verde’ M2, i due impianti più datati. Saranno finanziati fuori dal Pnrr 25,8 milioni che consentiranno il rifacimento di 14 stazioni (Inganni sulla M1, Cascina Antonietta, Villa Pompea, Cascina Burrona, Cologno centro, Cologno sud, Cascina Gobba, Crescenzago, Cimiano, Piola, Moscova, Lanza, S.Ambrogio e Porta Genova sulla M2), mentre all’interno del piano europeo sono inseriti i 29 mln restanti con cui si andranno a riqualificare altre 12 stazioni (Sesto Rondò, Bande Nere, San Leonardo, Uruguay, De Angeli, Turro e Wagner sulla M1, S.Agostino, Garibaldi, Lambrate, Cimiano e Gioia sulla M2).


Gli interventi nelle stazioni metropolitane, come fanno sapere da Amat, verteranno quasi esclusivamente sulla realizzazione di elevatori e montascale. A questo ovviamente va aggiunto ciò che il Comune mette in campo per l’eliminazione delle barriere architettoniche al di fuori dell’ambito Atm, in una missione che possa comprendere anche la messa in sicurezza pedonale. “Quando parliamo di accessibilità intendiamo non solo agevolare chi ha disabilità, ma anche anziani, mamme con bambini, e chiunque possa beneficiare di una città più sicura”, fanno sapere da Amat nel corso della commissione. Ecco quindi altri 3,5 milioni utili a mettere in sicurezza gli ‘itinerari olimpici’ individuati. I finanziamenti arriverebbero tramite la candidatura del Comune di Milano al progetto Sistra (2,4 milioni), e al Pons Metro plus (1,1 milioni), la cui conferma però è attesa entro giugno. Sicuramente arriveranno invece i 470.000 euro di finanziamento dal progetto ‘Horizon Europe Elaborator’, con cui Palazzo Marino prevede installazioni di sensori per ipovedenti da dislocare sempre lungo gli stessi itinerari.

L’obiettivo è arrivare al 2026 pronti, anche se come sottolinea il dirigente comunale Dario Moneta, “non è pensabile far tutto in una volta sola, dunque sarà un intervento costante”. La cosa importante è che sia un lavoro attento e minuzioso, che confermi la bontà della strada intrapresa da Milano sul tema, a prescindere dai giochi: “Al festival della cultura Paralimpica è stata definita la città più accessibile d’Italia e un’eccellenza in Europa“, ribadisce Riva. Ecco perché non c’è tempo da perdere, nonostante il percorso graduale.

“Abbiamo un onere contrattuale come città ospitante legato a un piano ad hoc per il miglioramento dell’accessibilità”, spiega il delegato del sindaco Giuseppe Arconzo– dunque a breve dovremo metterci al tavolo e redigere questo progetto che riconduca a sistema tutto quanto e farlo vedere al Cio, che ce lo chiede”.

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