NEWS:

Ogni anno 20.000 italiane muoiono per stili di vita scorretti, 64.000 ricevono diagnosi di tumore

Alla presentazione di 'Menopausa meno… male!', evento on line promosso dalla 'Fondazione Insieme contro il cancro', sono stati mostrati numeri impressionanti, che mostrano l'importanza della cultura della prevenzione

Pubblicato:26-04-2021 18:25
Ultimo aggiornamento:26-04-2021 18:25

tumore_donne
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Sono oltre 20.000 le donne che in Italia muoiono ogni anno a causa di stili di vita scorretti. Dal tabagismo, all’abuso di alcol, fino al sovrappeso, all’inattività fisica e alla dieta non equilibrata: queste le cause dei decessi. Sono invece più di 64.000 le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni che ogni anno, nel nostro Paese, ricevono una diagnosi di tumore.

Numeri davvero impressionanti dei quali si è discusso in occasione della presentazione di ‘Menopausa meno… male!’, evento on line promosso dalla ‘Fondazione Insieme contro il cancro’ e reso possibile da un contributo non condizionante di Lilly, Novartis e Pfizer.
L’iniziativa è stata ideata proprio con l’obiettivo di mettere al centro la salute della donna non più in età fertile, aiutarla nell’affrontare al meglio questo cambiamento davvero delicato e diffondere una nuova cultura della prevenzione e della gestione dei piccoli e grandi disturbi che questa fase della vita può comportare.

“Con la nostra nuova campagna- ha affermato Francesco Cognetti, presidente di ‘Insieme contro il cancro –vogliamo insegnare alle donne come comportarsi per stare alla larga dai tumori dopo i 50 anni. Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura della propria salute. La prevenzione oncologica non ha età”.


In occasione della campagna sono stati presentati i risultati di un sondaggio su menopausa e cancro e sulle conoscenze delle regole della prevenzione. La survey è stata condotta su 2.014 donne residenti in Italia di età compresa tra i 40 e i 70 anni.

Il 59% delle italiane intervistate dichiara di sentirsi peggio di prima, ma per sei su dieci si tratta di una fase positiva della vita di ogni donna. Risultati non ottimali si registrano negli stili di vita delle over 40. Il 24% fuma regolarmente, mai nel 60% dei casi e saltuariamente nel 16%. Se si analizza il consumo di alcol nel corso della settimana, il 21% dichiara di bere tutti i giorni e 3-4 volte a settimana, un paio di volte il 18%, mentre la percentuale del 40% si riferisce a donne che non bevono alcol. Solo il 41% sostiene di seguire una dieta sana ed equilibrata (“non so” al 30%, “no” al 29%). Consuma almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura? A questo quesito risponde “saltuariamente” il 43%, “no mai” il 31% e “sì, quasi tutti i giorni” il 26%. Alla domanda “pratichi sport o attività fisica?”, il 46% dichiara “mai”, solo l’11% tutti i giorni, il 17% almeno tre volte la settimana e il 26% saltuariamente.

Percentuale molto alta, pari al 69%, quella relativa alle donne che effettuano regolari visite dal ginecologo e quante, ogni due anni, si sottopongono ad una mammografia: sono il 71% mentre il 19% risponde “no” e il restante 10% “non ricordo”. Alla domanda “si sottopone regolarmente al Pap test o al test Hpv?”, rispondono così: 52% no, sì 40% e 8% “non ricordo”. Alta anche la percentuale di quante non eseguono ogni due anni l’esame del sangue occulto nelle feci, pari al 48%. Sul fronte della comunicazione, il 61% dichiara di non essere correttamente informata sul rapporto tra menopausa e neoplasie e ben il 79% vorrebbe avere maggiori spiegazioni.

Nel corso dell’evento on line è stato sottolineato più volte che per sconfiggere le malattie oncologiche sono fondamentali la prevenzione primaria e la prevenzione secondaria anche dopo i 45-50 anni. Riccardo Masetti, direttore della Uoc di chirurgia senologica del Policlinico Gemelli di Roma, ha dichiarato che ‘sono fondamentali i tre programmi di screening disponibili in tutta Italia per la prevenzione del tumore del seno, della cervice uterina e del colon-retto. Si tratta di esami assolutamente sicuri, poco invasivi e gratuiti, eppure registriamo tassi di adesione relativamente bassi tra la popolazione femminile’.

Il Covid-19 ha di fatto interrotto molte di queste prestazioni sanitarie su quasi tutto il territorio nazionale, soprattutto durante la prima ondata. ‘A quasi un anno dalla fine del primo lockdown totale -ha proseguito Masetti -gli screening sono fermi o ripartiti molto lentamente perché il nostro sistema sanitario è ancora in forte difficoltà. Invitiamo quindi tutte le italiane a ricominciare a sottoporsi a questi esami salvavita”.

Il carcinoma della mammella è la neoplasia più frequente nelle donne, rappresentando il 29% di tutte le nuove diagnosi tumorali femminili. Una donna su 9 sviluppa un tumore del seno nel corso della propria vita. Sul fronte dell’incidenza si registrano 2.261.419 nuovi casi ogni anno nel mondo, 54.976 in Italia. La neoplasia è altamente curabile e fa registrare una sopravvivenza netta a 5 anni pari all’87%: basti considerare che sono 834.200 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di carcinoma mammario.

Nonostante questo la mortalità è decisamente elevata: nel mondo si registrano ogni anno 684.996 decessi, mentre in Italia sono 12.841 ogni anno. La mortalità da tumore del seno può essere ridotta in modo significativo con strategie di prevenzione primaria e secondaria. La prima prevede interventi volti a ridurre il rischio di insorgenza di un tumore del seno, la seconda abbraccia interventi che favoriscano una diagnosi precoce di un tumore del seno.

Esistono poi- è emerso sempre durante il webinar- fattori di rischio ‘non modificabili’, come l’età (a 40 anni il rapporto è 1 donna su 200, mentre a 85 anni è 1 donna su 9), la familiarità (il rischio aumenta in relazione al numero di parenti di 1 grado con tumore del seno), la predisposizione genetica e i fattori di tipo riproduttivo (menarca precoce e menopausa tardiva). I fattori di rischio ‘modificabili’ sono sovrappeso e l’obesità, la dieta e la sindrome metabolica, la sedentarietà e l’uso della terapia ormonale sostitutiva. È dunque fondamentale mantenersi normopeso, eseguire attività fisica quotidiana, limitare il consumo di cibi ipercalorici e limitare l’assunzione di Tos alla cura dei sintomi della menopausa.

La pandemiaha informato Alessandra Fabi, responsabile medicina di precisione neoplasia della mammella presso il Policlinico Universitario Gemelli di Roma- ha sicuramente peggiorato anche gli stili di vita. In particolare consigliamo alle donne in menopausa di programmare quotidianamente un po’ di attività fisica, ovviamente rispettando le normi anti-Covid vigenti. Lo sport riduce sintomi di ansia, depressione, stress e solitudine che possono interessare le over 50. Dal punto di vista oncologico è poi dimostrato come sia in grado di ridurre almeno del 50% la mortalità e il rischio di cancro al seno. Diminuisce inoltre del 60% la probabilità di essere colpiti di cancro al colon. Lo sport, consigliato durante la menopausa e in post-menopausa, dovrebbe essere a basso impatto meccanico per evitare l’insorgenza di lesioni muscolo-scheletriche”.

Dal sondaggio è emerso inoltre come il 31% delle intervistate non si rechi regolarmente dal ginecologo. “Tutte le donne a partire dalla pubertà – ha aggiunto Giovanni Scambia, past president della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) -dovrebbero venire regolarmente nei nostri ambulatori. Questo vale anche per quelle in menopausa, in quanto si tratta comunque di una fase della vita femminile in cui la salute e il benessere devono essere tenuti sotto stretta osservazione. A partire dai 45/50 anni iniziano i programmi di screening oncologici e altri esami devono essere eseguiti regolarmente. In tutto ciò il ginecologo ha un ruolo fondamentale di assistenza e supporto alle donne”.

Grazie ad accorgimenti quotidiani -ha concluso Paola Malaguti, dirigente medico presso l’oncologia medica 1 Int Regina Elena –i disturbi della menopausa e la metamorfosi psicofisica non devono più rappresentare un problema. I cambiamenti storici e culturali hanno quasi rimosso l’accezione negativa dal punto di vista sociale. Tutto questo permette ad una donna di affrontare al meglio anche il cambiamento del proprio corpo. La menopausa non è ‘l’inizio della fine’, bensì una fase piena di opportunità, un momento in cui prendersi cura di sé stesse, per prevenire eventuali problemi ed allargare i propri orizzonti, esplorando nuove possibilità”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it