NEWS:

Covid, il pediatra: “Paralisi e mutismo nei bimbi, somatizzano il disagio”

Raiola (ospedale Pugliese-Ciaccio): "Sono disorientati, allearsi a psicologi e neuropsichiatra Infantile"

Pubblicato:26-04-2021 13:55
Ultimo aggiornamento:26-04-2021 17:54

covid mascherine famiglia
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Vedo bambini che non camminano più, come se avessero una paralisi alle gambe, o che dicono di non vedere più, né riconoscono i genitori. Sono disorientati. Ho visto anche un bambino di 9 anni che improvvisamente ha perso l’uso della parola, come se avesse sviluppato un mutismo. Poi ha riacquisito tutto. In ospedale abbiamo un alto numero di bambini e adolescenti con sintomi di natura psicologica, somatizzano il disagio che stanno vivendo in questa pandemia”. A dirlo all’agenzia Dire è Giuseppe Raiola, direttore dell’Unità operativa di Pediatria della A.O. Pugliese-Ciaccio e past president del Lions Club Catanzaro Host, in occasione della conferenza online ‘Anatomia di una pandemia-Anno I D.C. (Dopo Covid)’.

Raiola parla anche di un “aumento dei tentativi di suicidio in età sempre più giovani. È un problema attuale e importante, soprattutto perché ormai non è più una situazione a macchia di leopardo, ma nazionale”. I medici alle prese con le somatizzazioni si trovano, quindi, a dover “intraprendere un percorso diagnostico complesso, prima di escludere la presenza di problematiche organiche e riferire alla sfera psicologica. I bambini soffrono, stanno male– sottolinea Raiola- e sono molti di più del 20%. Ogni giorno ho almeno un paziente con una sintomatologia che non è medica, ma di tipo psicologico, e siamo impreparati ad affrontarla. Noi medici- ricorda il pediatra- siamo poco avvezzi a curare le malattie dell’anima e ci vuole un’alleanza con gli psicologi e i neuropsichiatri infantili per affrontare questa emergenza”.

Ad allertare ulteriormente il medico è anche l’assenza “in Calabria di ospedali con posti di Neuropsichiatria infantile. Questa è una problematica, ad esempio, per la gestione dei disturbi della condotta alimentare. Possiamo intervenire- conclude Raiola- ma occorre la presenza anche di altre figure specialistiche per aiutarci ad affrontare il disagio di questi bambini dal punto di vista della salute mentale”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it