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Agguato a due nigeriani, in manette cinque esponenti del clan camorristico ‘Sorianiello’

È stato accertato che l'aggressione omicida, maturata nel gruppo criminale 'della 99', è stata messa in atto per vendetta dopo aver subito un furto di marijuana e cocaina per un valore di circa 40.000 euro

Pubblicato:26-04-2021 11:19
Ultimo aggiornamento:26-04-2021 11:19
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NAPOLI – Sono cinque le persone – ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di avvantaggiare, consolidandone il prestigio ed il predominio sul territorio napoletano – del gruppo camorristico ‘Sorianiello’ destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, all’esito di indagini coordinate dalla Dda, ed eseguita dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli e del Reparto territoriale di Mondragone. Le indagini hanno permesso di ricostruire “la dinamica, il movente ed i responsabili del feroce agguato – si legge in una nota – in danno di due cittadini nigeriani, Desmond Oviamwonyi e Morris Joe Iadhosa, avvenuto a Castel Volturno il 10 settembre 2020. È stato accertato che l’agguato omicida era maturato nel gruppo criminale ‘della 99’, articolazione del clan Sorianiello, a seguito della sottrazione ad opera di Oviamwonyi e di un altro cittadino nigeriano, Leo Uwadiae, di una busta contenente marijuana e cocaina per un valore sul mercato di circa 40.000 euro, destinata a rifornire la piazza di spaccio ‘della 99’, al Rione Traiano, per vendicarsi del furto subito e per assicurarsi una posizione di supremazia sul territorio.

La spedizione punitiva è stata attuata “con 3 diversi viaggi, andata e ritorno, da Rione Traiano a Castel Volturno, località da cui provenivano i due nigeriani. Il primo viaggio, perlustrativo della zona, dava esito negativo perché i due nigeriani non venivano rintracciati. Il secondo viaggio, a seguito del quale i due venivano rinvenuti, si concludeva con l’apparente intesa da parte degli indagati di corrispondere ai due nigeriani la somma di 2.000 euro dagli stessi richiesta per la restituzione dello stupefacente. Il terzo ed ultimo viaggio culminava nell’omicidio di Oviamwonyi e nel ferimento di Iadhosa, quest’ultimo estraneo al furto dello stupefacente, ma presente, insieme ad altri connazionali, all’interno del cortile dell’abitazione di Oviamwonyi e Uwadiae, al cui indirizzo venivano esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco con una pistola calibro 9×21, dopo che i due si erano rifiutati di consegnare la droga se prima non avessero ricevuto la somma di danaro richiesta.

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