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VIDEO| Coronavirus, ‘We are with you’: in Amazon coro per i colleghi Usa

Solidarietà dall'Italia dopo che quattro dipendenti licenziati da Amazon negli Stati Uniti dopo aver chiesto protezioni contro il coronavirus

Pubblicato:26-04-2020 14:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:12

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https://vimeo.com/412019152

BOLOGNA – “We are with you“: dalla Lombardia al Piemonte, dall’Emilia-Romagna al Lazio, risuonano le voci di driver, corrieri, delegati sindacali, rappresentanti dei lavoratori della sicurezza e sindacalisti che nelle varie regioni dove è presente il colosso americano si schierano in difesa dei quattro dipendenti licenziati da Amazon negli Stati Uniti dopo aver chiesto protezioni contro il coronavirus.

 



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“Licenziati per una causa non giusta”, con un motivo ingiusto, ripete un corriere di Milano nel video postato dalla pagina Facebook di uno dei sindacati mondiali che si battono perchè il colosso dell’e-commerce assuma misure appropriate per proteggere dal contagio il suo personale. Si tratta di Uni Global Union, sigla sindacale che nelle scorse settimane aveva portato all’attenzione anche le lotte partite in Italia per le misure di sicurezza sul lavoro in chiave anti-Covid e che hanno avuto come epicentro il magazzino di Castel San Giovanni nel piacentino con 11 giorni di sciopero prima di arrivare ad un accordo.

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E proprio da Castel San Giovanni risuona quel “We are with you”, siamo con voi, pronunciato da un delegato che si occupa anche di sicurezza. Ma Uni Global raccoglie anche il messaggio video di Tania Scacchetti, già numero uno della Camera del Lavoro di Modena e ora componente della segreteria nazionale della Cgil, che elenca i temi che il sindacato pone come prioritari ad Amazon. Gli stessi già al centro della vertenza di Piacenza: il riconoscimento di un dialogo con i dipendenti e le loro sigle sindacali, la dotazione di dispositivi di protezione individuale, il fermo per spedizioni di beni non essenziali per ridurre spostamenti e rischi di contagio.

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In Italia, dice Scacchetti, è stata chiesta ad Amazon una “prova di responsabilità”, ma sono servite “numerose mobilitazioni”. I lavoratori di Amazon “stanno pagando uno dei prezzi più alti durante l’emergenza coronavirus: in tutti questi giorni e nelle settimane passate, sono al loro posto di lavoro per garantire un servizio alla comunità” e in questo contesto quel che succede con i licenziamenti negli Stati uniti “non è accettabile ed è profondamente ingiusto e anche dall’Italia vogliamo esprimere la nostra solidarietà e supporto affinchè cambino le politiche di questa grande multinazionale“, dice Scacchetti. Salute e sicurezza, prosegue, “devono venire prima di ogni profitto” e la speranza è che gli “appelli ad un forte movimento mondiale dei lavoratori di Amazon possa cambiare l’atteggiamento di una imprese che ha solo da guadagnare nel rispetto delle tutele e dei diritti e nel confronto sindacale”, conclude la dirigente nazionale della Cgil.

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