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La ‘spedizione’ di Pisacane… da Berlusconi a Pisapia

Da Berlusconi a Pisapia, passando per Mastella e Casini. Pisacane oggi è andato alla riunione di Pisapia (con un libro su Martinazzoli)

Pubblicato:26-04-2017 16:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:09

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ROMA – Da Berlusconi a Pisapia, passando per Mastella e Casini. “Che male c’è? Non sono di sinistra, nè di destra e neppure di centro. Sono democristiano“, spiega orgogliosamente Michele Pisacane, che aggiunge una nuova casella al personale cursus honorum. In origine fu consigliere comunale della Democrazia Cristiana, quindi in anni più recenti esponente del Ccd, poi del Cdu, e a seguire deputato dell’Udeur (centrosinistra) e subito dopo dell’Udc. E ancora, in sequenza, fondatore e deputato del Pid, Popolari Italia Domani (centrodestra), fondatore e deputato di Popolo e Territorio (centrodestra), candidato del Popolo della libertà. Segretario di Centro Democratico (centrosinistra). In questa veste Pisacane aderisce ora al progetto dell’ex sindaco di Milano, Campo progressista, con il quale ha partecipato stamattina a una riunione romana. Pisapia viene da rifondazione Comunista: Pisacane ne è proprio convinto? “Ho 58 anni, alla luna non ci credo più. Pisapia è una persona sobria, può dare una ventata di novità alla politica. Almeno io me lo auguro”. Ma gli sarà fedele? “È stata una scelta della segreteria nazionale, e io sono il segretario in Campania. Obbedisco. Che fedeltà devo dare?”, risponde Pisacane all’agenzia Dire. Considerato un allievo di Clemente Mastella, Pisacane vanta imprese parlamentari ‘no limit’. Al centrosinistra non ha portato bene, visto che l’uscita dei mastelliani dal governo determinò la crisi del Prodi II. “Ma io non c’entro con la caduta di Prodi– mette in chiaro Pisacane-. Prima di tutto perchè io stavo alla Camera e Prodi è caduto al Senato. E poi io sono stato eletto nel 2006. Dopo sei mesi di assenza dalla politica a gennaio 2007 lascio l’Udeur e vado all’opposizione. I fatti nefasti per Prodi cominciano piu’ tardi, a gennaio del 2008″.

Per il centrodestra, invece, il deputato campano fu un vero toccasana, visto che tra il 2010 e il 2011 tenne in vita il governo Berlusconi, da mesi traballante. Lasciò l’Udc che Casini aveva portato fuori dall’area di governo e spostò il suo voto, insieme a quello di alcuni colleghi, sulla maggioranza di Berlusconi. Sostegno provvidenziale, che consentì al Cavaliere di saltare a piè pari alcuni voti di fiducia e arrivare a fine 2011. Pisacane disse: “Berlusconi adesso sa chi sono”. Alle politiche del 2013 è stato candidato dal Pdl in Campania, risultando il primo dei non eletti. “Sì è vero ho salvato Berlusconi“, ammette Pisacane. E aggiunge che il Cavaliere alla fine non si è ricordato di lui. “Anche se alle regionali in Campania deve avere capito chi sono. A dire il vero- aggiunge- di me non si ricorda nemmeno più De Luca, nonostante che io l’abbia sostenuto. Ha vinto per 50mila voti. Ma in quei voti ci sono i nostri 63mila voti. Eppure ci ha dimenticato…”. Il succo del Pisacane pensiero, sta in una foto. Alla riunione di Pisapia, accanto a molti deputati provenienti da Rifondazione comunista, lui c’è andato con un libro su Martinazzoli. “Centrodestra e centrosinistra sono concetti che non mi appartengono: sono democristiano. Non ho remore a dirlo. La politica da soli non si può fare. Siamo in una fase post-ideologica, per cui essere di centro, di destra o di sinistra non significa niente. Bisogna stare dove si riesce a stare. Ripeto: non morirò di destra. Nè di sinistra”.

di Alfonso Raimo, giornalista professionista


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