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La Sardegna si prepara a riscrivere lo statuto sardo del ’48

Paolo Zedda è il primo firmatario della mozione che porterà alla riscrittura della Carta fondamentale della Sardegna varata nel dopoguerra

Pubblicato:26-04-2017 14:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:09

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CAGLIARI – “Pensiamo che sia assolutamente necessario andare nella direzione coraggiosa di una riforma dello Statuto sardo, che deve essere rinnovato in modo consistente, organico e ampio. Ci sono molte ragioni, ma la prima è anagrafica: il nostro statuto è stato approvato nel 1948, subendo negli anni solo modifiche parziali. Ma 70 anni fa in Sardegna si viaggiava con i carri a buoi, non esisteva il turismo come industria produttiva e non c’era il problema delle servitù militari”. Così il consigliere di Sdp, eletto con i Rossomori, Paolo Zedda, primo firmatario della mozione bipartisan che spingerà verso la riscrittura della Carta fondamentale della Sardegna varata nel dopoguerra. I dettagli dell’iniziativa, sono stati presentati questa mattina in una conferenza stampa in Consiglio regionale dallo stesso Zedda e dagli altri consiglieri firmatari della mozione, Daniele Cocco, Eugenio Lai e Luca Pizzuto (Sdp), Antonio Gaia (Upc), Anna Maria Busia (Cd) e Mondo Perra (Psi). Hanno messo la loro firma alla mozione, che verrà proposta nella prossima riunione dei capigruppo, anche Pierfranco Zanchetta (Upc), e i consiglieri di minoranza Christian Solinas e Angelo Carta (Psd’Az), assenti durante l’incontro con i giornalisti. La proposta elaborata da Zedda, prevede l’istituzione di una commissione speciale all’interno del Consiglio regionale, con il compito di redigere entro sessanta giorni dall’approvazione della mozione, un’assemblea costituente, rappresentativa delle realtà politiche, sociali, economiche e culturali della Sardegna.

La commissione avrà un anno per definire i principi fondamentali del documento, aprirsi al confronto dei territori e chiudere una bozza di testo. La stessa commissione definirà poi le regole per l’elezione di una assemblea costituente sarda, che avrà il compito di perfezionare il testo su cui ha lavorato in forma preliminare la commissione speciale. Quindi procederà a una prima approvazione, a cui seguirà quella della Consiglio regionale e infine il passaggio in Parlamento. “È una procedura molto complessa, ma sono ottimista perché avuto molte interlocuzioni con i partiti di centro sinistra e di centro destra, e tutti hanno espresso la necessità di riscrivere lo statuto- sottolinea Zedda-. Penso che per completare tutti i passaggi serviranno due anni, due anni e mezzo“. Per Zedda la questione non è più rinviabile: “Altre regioni hanno già provveduto a rinnovare il proprio statuto. Il Trentino Alto Adige ha scritto il secondo nel ’75 e sta procedendo ora a scrivere il terzo, il Friuli Venezia Giulia ha approvato l’anno scorso un progetto di revisione della loro carta, la Sicilia ha istituto una commissione che si deve occupare alla ridefinizione di un nuovo statuto. La Sardegna è decisamente indietro”.

di Andrea Piana, giornalista professionista


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